Il calcio si sposta sempre più verso i binari del denaro e della spettacolarizzazione. Il calcio italiano lo sa molto bene visto che quasi tutte le ultime edizioni della "Supercoppa Italiana", torneo che si disputa tra la vincitrice dello Scudetto e quella della Coppa Italia, si stanno disputando in altri continenti con enormi introiti per le società partecipanti.

In tal senso si è espresso il Presidente Uefa, lo sloveno Aleksander Ceferin, il quale, in una intervista rilasciata alla testata giornalistica Associated Press, ha affermato che presto la finale di Champions League, massimo trofeo continentale europeo, potrà svolgersi negli Stati Uniti o in Asia.

A riguardo è da precisare come questa novità potrebbe partire, eventualmente, dall'edizione della Champions 2018-2019, in quanto è già stato designato lo Stadio Olimpico di Kiev come sede per la finale dell'edizione 2017-2018.

Ceferin, dopo la premessa per cui l'assegnazione della sede della finale di Champions sarà fatta con la massima trasparenza, ha motivato questa sua proposta affermando che per molti europei è molto più semplice raggiungere New York rispetto ad alcuni Paesi dell'est Europa, dunque non si tratterebbe di una decisione che porterebbe ad una situazione peggiorativa per i tifosi.

A riguardo il Presidente Uefa ha fatto l'esempio di un tifoso residente in Portogallo affermando: "Per andare dal Portogallo in Azerbaigian per esempio, il tempo è quasi lo stesso di quello per andare a New York. E per gli appassionati non sarebbe un problema". Si tratta, comunque, di una proposta allo stato embrionale che avrà bisogno di svolgere tutto l'iter necessario per arrivare ad una soluzione definitiva.

Nella stessa intervista Ceferin ha, inoltre, dichiarato che sta valutando anche lo spostamento delle semifinali di Champions al sabato, stesso giorno della settimana in cui si svolge la finale. Il discorso, in questo caso, è molto più complicato in quanto le semifinali hanno luogo nel periodo in cui sono ancora in svolgimento i campionati nazionali e si dovrebbe sconvolgere un calendario che, già di per sè, è già suddiviso in parecchi giorni, anche nella fase finale dei campionati, con enormi possibilità di avvantaggiare una squadra a seconda se giochi prima o dopo la sua diretta concorrente.