Archiviata la sfida valevole per le qualificazioni mondiali dello Juventus Stadium contro la Spagna, sta destando ancora una serie di polemiche (soprattutto politiche) l’accordo di sponsorizzazione fino al 2018 stipulato dalla FIGC con la società di betting Intalot. A scendere in campo sono stati alcuni parlamentari bipartisan (del PD e del M5S) che hanno chiesto a gran voce alla FIGC di revocare l’accordo. Neanche la precisazione delle Federcalcio fatta all’ANSA (“Nessuno sponsor sulla maglia azzurra e neppure sulle tute”) è riuscita a placare gli animi.

I motivi del dissenso: l’accordo aumenterebbe i casi di ludopatia

I senatori del PD, Franco Mirabelli e Stefano Vaccari (rispettivamente capogruppo del PD in commissione antimafia e responsabile del comitato sul gioco legale e illegale) si sono fatti portavoce di questo sentimento di dissenso, criticando pesantemente la scelta di legarsi alla multinazionale dello betting, poiché tale partnership è in grado di far aumentare i casi di ludopatia nel nostro paese. Dello stesso tenore il senatore pentastellato Giovanni Endrizzi che ha aspramente criticato l’accordo di sponsorizzazione affermando che “La nazionale di calcio italiana promuove il gioco d’azzardo”. Ha esternato tutto il suo scetticismo anche il presidente dell’ADOC (associazione a difesa dell’orientamento dei consumatori), Roberto Tascini secondo il quale: “Si tratta di un connubio molto pericoloso a livello di immagine nel contesto della lotta al gioco d’azzardo e alle scommesse”.

Contrario all’accordo anche il presidente dell’AIC, Damiano Tommasi: “Sono preoccupato come genitore, la FIGC poteva evitarlo”.

Una polemica inutile?

Il mondo delle scommesse ha sempre suscitato molte polemiche nel nostro paese ma è una realtà che ormai non si può più negare, così come non si possono negare gli introiti in termini di imposte che lo Stato Italiano incamera ogni anno.

È soltanto di due anni fa la Legge di Stabilità per il 2015 che ha permesso la regolarizzazione fiscale dei punti scommesse non autorizzati, dietro pagamento di una somma di 10.000 euro per ogni singola agenzia e dell'imposta unica dovuta per i periodi anteriori al 2015 ridotta di un terzo e da versare in due tranche. Lo Stato ha incassato dalla sanatoria delle 2195 agenzie qualcosa come 117,4 milioni di euro.

Per non parlare dei tanti giovani italiani che hanno trovato un’occupazione mediante l’apertura di un’agenzia o di un corner di scommesse. Inoltre, non solo le scommesse sportive sono causa della ludopatia poiché non si possono dimenticare anche le varie lotterie istantanee (ad. es. gratta e vinci e 10 e lotto) e non (ad. es. superenalotto e lotto) che certamente contribuiscono in moto determinante alla piaga della ludopatia. Una polemica, quindi, nata in quanto c’è di mezzo la nazionale di calcio perché quando nel 2011 un’altra nota società di betting (BWIN) ha sponsorizzato per ben due stagioni il campionato di serie B, modificando addirittura il nome in Serie Bwin, non si ricordano tutte queste polemiche.