Maradona e Veron hanno macchiato la partita della pace. La manifestazione, voluta fortemente dal Papa, che ha visto la partecipazione anche di altri ex campioni e calciatori ancora in attività, tra cui Totti e Ronaldinho, li ha visti infatti ‘nemici’. Un battibecco, in lingua sudamericana, ha animato la fine del secondo tempo:tutto in mondovisione, davanti al Papa ed a tantissimi giovani che in una sera di inizio autunno cercavano non solo il proprio campione da imitare, ma anche un esempio da seguire. Ma forse, calciatori come loro, modelli morali proprio non lo sono.

E’ stata la gara della Pace per gli altri, una piccola battaglia per loro: i due ex fuoriclasse argentini, con un passato roseo in Italia, hanno sfogato vecchie ruggini sul terreno sempre ‘caldo’ dello stadio Olimpico. Le telecamere hanno ripreso il battibecco e qualcuno ha anche ammesso di aver sentito un’offesa, da parte del Pibe de Oro, verso l’ex campione di Inter, Parma, Lazio e Sampdoria. Già alcuni mesi fa i due calciatori avevano litigato, tramite alcune interviste, ma non era mai capitato un 'faccia a faccia'Maradona aveva accusato Veron di avere tante conoscenze nella Federazione argentina e di essere dunque un raccomandato. L’ex centrocampista aveva risposto in maniera più pacata, snobbando quasi le parole del Dio del calcio.

Ma legandosele al dito, probabilmente. Salvo poi scoppiare quando l’avversario (erano in squadre diverse) si è avvicinato a lui per dirgli qualcosa di scottante.

I due non sono nuovi a questo tipo di episodi in campo: entrambi, infatti, quando giocavano, erano noti non soltanto per l’estremo talento, ma anche per un’irascibilità che li portava molte volte a litigare con avversari, allenatori ed arbitri, subendo pesanti sanzioni.

Di Maradona, tutti sanno tutto: dove ha giocato e quale parte del mondo ha illuminato più di tutte, la meravigliosa Napoli. Piedi, intelligenza, furbizia, magia, eccessivamente e meravigliosamente da Dio. Veron, invece ha girato l’Italia, giocando nel Parma, nella Lazio, nella Sampdoria e nell’Inter: piedi vellutati, lampi improvvisi, classe sopraffina. Sarebbe stato bello ammirarli per tutte queste qualità, ma certi lupi perdono il pelo ma non il vizio.