Gasperini e il Genoa. La storia d'amore tra un allenatore coraggioso e offensivo ed una piazza passionale. Un binomio perfetto, o quasi. Una promozione in Serie A, due qualificazioni in Europa League. Tanti derby vinti, successi da incorniciare in campionato. Ad un certo punto le strade si sono separate. Prima la contestazione di una frangia calda della tifoseria, poi il flash mob e l'abbraccio di uno stadio intero per schierarsi dalla parte del mister. Le incomprensioni - tante, forse troppe - con la famiglia Preziosi. Il rapporto col presidente, tutto sommato, è rimasto buono.

Le parti si sono lasciate senza ferirsi oltre, ma qualcosa evidentemente si era rotto.

L'intervista di Gasperini a Sky Sport

Adesso Gasperini è l'allenatore dell'Atalanta, che non per caso sta volando in altissima classifica. La scorsa settimana proprio i nerazzurri hanno spezzato le ali del grifone con un tondo tre a zero all'Atleti azzurri di Italia. Una sconfitta pesante per la truppa di Juric, chiamata ora ad un riscatto immediato contro l'Udinese. Tornando a Gasperini abbiamo sempre apprezzato il suo coraggio e la sua schiettezza. La stessa che ha avuto nella recente intervista rilasciata ai microfoni di Sky Sport, dove ha rivelato due incredibili retroscena sulla sua esperienza al Genoa.

Il tecnico di Grugliasco ha detto che il grifone era stato vicinissimo ad un campione alcuni anni fa: "Potevamo prendere Lewandoski. Venne a Genova con Palacio per le visite mediche. Poi non rimase a Genova. E' la dimostrazione che Preziosi sa pescare davvero tra i talenti. E' un peccato non averlo potuto allenare. Se penso che gli avevo persino stretto la mano in hotel".

A Gasperini viene chiesto se un giorno gli piacerebbe allenare una grande squadra. La risposta che ha fornito farà sicuramente piacere ai tifosi rossoblu: "Il Genoa era una grande squadra per me". E sui presunti dissapori con l'allievo Ivan Juric, Gasperini aveva già ribadito in altra sede la solidità del suo rapporto col croato: "Mi rende orgoglioso vederlo in panchina a provare a fare un certo tipo di calcio. Ivan è stato un giocatore e un collaboratore straordinario".