Fiorentina-Juventus è il big-match della 20^ giornata del campionato di Serie A 2016/2017, la prima del girone di ritorno. Storicamente non è mai corso buon sangue tra le due tifoserie ma l'apice di una rivalità che dalle parti di Firenze travalica i confini dell'odio, si raggiunse quasi 35 anni. Per i tifosi fiorentini più maturi è una ferita ancora aperta.
La corazzata viola
La Fiorentina della stagione 1981/82 è tra le più forti di sempre. A rafforzare una rosa di altissimo livello che poteva contare sull'argentino Daniel Bertoni e sul capitano e punto di riferimento Giancarlo Antognoni, erano arrivati uomini di grande esperienza come Cuccureddu, Pecci e Ciccio Graziani.
La Juventus campione in carica era quella di Zoff, Gentile, Cabrini, Tardelli, Bettega e Scirea, colonne della Nazionale, dell'irlandese Liam Brady e di un giovane Virdis. Nel primo scorcio di campionato una talentuosa Roma cercò di fare da terzo incomodo. Battendo proprio la Juve a Torino con un gol di Falcao ed approfittando delle successive sconfitte dei bianconeri in casa del Genoa e della Fiorentina a Cesena, i giallorossi si trovarono in vetta dopo otto giornate. Ma i capitolini lasciarono presto la lotta per il vertice. Lo scudetto divenne un affare tra toscani e bianconeri anche se entrambe furono costrette a gravi defezioni: i torinesi persero Roberto Bettega che si lesionò il ginocchio durante il match di Coppa dei Campioni contro l'Anderlecht e terminò anzitempo la stagione.
La Fiorentina dovette fare a meno di Antognoni: gravissimo il suo infortunio dopo lo scontro con Silvano Martina, portiere del Genoa, a seguito dei quale subì due fratture craniche e rischiò addirittura la vita. Nonostante tutto, le due regine segnarono il passo: lo scontro diretto disputato a Torino terminò a reti bianche, i viola conquistarono il titolo d'inverno con una giornata d'anticipo vincendo 2-1 ad Udine ed al giro di boa mantennero un punto di vantaggio sui rivali.
Arrivo al fotofinish
Nel girone di ritorno la Juventus ebbe una veemente impennata ed il 14 marzo 1982, dopo una straordinaria serie di successi in cui spiccano il 4-2 nel derby con il Torino dopo essere stati sotto di due gol e lo schiacciante 3-0 all'Olimpico contro la Roma, ottennero la testa della classifica. Gli uomini di Giancarlo De Sisti, rincuorati dal rientro in squadra di Antognoni, non mollarono la presa e, dopo il secondo confronto diretto terminato ancora 0-0, festeggiarono l'aggancio il 18 aprile battendo di misura il Bologna mentre la Juve venne fermata in casa dall'Ascoli (1-1).
Alla terz'ultima giornata i viola pareggiarono al "Meazza" con l'Inter, i bianconeri travolsero 5-1 l'Udinese con il rientro ed il ritorno al gol di Paolo Rossi dopo la lunga squalifica. Con la nuova frenata casalinga (0-0) degli uomini di Giovanni Trapattoni al cospetto del Napoli ed il successo toscano (3-0) sull'Udinese, le due formazioni si presentarono appaiate a quota 44 all'ultima giornata. Entrambe sarebbero state impegnate in trasferta: la Fiorentina fu bloccata sullo 0-0 dal Cagliari, contestando la direzione di gara di Maurizio Mattei che annullò un gol a Graziani. In quel di Catanzaro, invece, la Juventus vinse di misura grazie ad un rigore trasformato da Brady ad un quarto d'ora dal termine.
Tutto l'ambiente gigliato si senti defraudato da quelle decisioni arbitrali che ancora oggi fanno discutere. Ad onor del vero il rigore di Brady c'era tutto ma nel primo tempo l'arbitro Pieri ne aveva negato uno altrettanto netto al Catanzaro. Le ruggini sarebbero state messe temporaneamente da parte durante l'estate, l'Italia avrebbe vinto in Spagna il suo terzo titolo mondiale: nella rosa iridata c'erano sei juventini (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e Rossi) e cinque fiorentini (Antognoni, Graziani, Vierchowood, Massaro e Galli), tutti convinti che il duello sarebbe proseguito anche nella stagione ventura. Ma la magia viola si era esaurita, la Fiorentina non avrebbe lottato più per lo scudetto.