In occasione della consegna del Premio Amarcord avvenuta in quel di Monsano (Ancona), Marco tardelli ha rilasciato una dichiarazione importante relativa ad un evento che ha contraddistinto la sua carriera da giocatore della Juventus: "Io non ho mai vinto una Coppa dei Campioni - ha affermato l'eroe del Mundial '82 - non la riconosco". Una presa di posizione chiara e netta, che testimonia come il tragico ricordo della sera del 29 maggio 1985 sia ancora fresco nella sua mente e probabilmente in quella di molti ex giocatori e tifosi della Vecchia Signora.

Durante la "tragedia dell'Heysel", come viene ricordata ancora oggi a distanza di quasi 32 anni, morirono 39 persone per le gravi mancanze da parte degli organizzatori della finale che presero la scellerata decisione di far disputare la partita in uno stadio che di sicuro aveva poco o nulla (le tifoserie vennero a contatto senza alcun "ostacolo" che le separasse). La cosa che stupisce ancora dopo tanto tempo è il fatto che a fine partita, con la Juventus vittoriosa per 1-0 in seguito alla trasformazione di un rigore inesistente (fallo su Boniek commesso ben fuori dall'area di rigore del Liverpool, ndr) da parte di Platini, tutto il gruppo bianconero abbia effettuato il classico giro di campo con la coppa vinta ben consapevole del fatto che in precedenza era accaduta una vera e propria tragedia.

Premesso che quella sera sarebbe stato opportuno non scendere in campo, a costo di qualunque tipo di squalifica prevista dal regolamento (sia da parte della Juventus che da parte del Liverpool), sarebbe bastato al triplice fischio finale tornare negli spogliatoi ed avere rispetto di coloro che avevano perduto la vita poche ore prima.

Ad onor del vero molti giocatori di quella Juventus si pentiranno in seguito per l'esultanza manifestata al termine della gara; tuttavia quella Coppa dei Campioni non doveva essere assegnata, indipendentemente dal vincitore finale. O meglio, la finale del 29 maggio 1985 allo stadio "Heysel" di Bruxelles non si sarebbe mai dovuta giocare.