Nuovo, ennesimo, straziante atto di una storia ricca di colpi di scena che sembra non voler avere una fine. La conferenza dei servizi ha infatti respinto con fermezza la proroga di 30 giorni richiesta dal costruttore Parnasi, arco temporale da questo considerato necessario, per poter riadattare le planimetrie del futuro impianto della società giallorossa. La Regione Lazio avrebbe respinto la richiesta sulla base di alcune iniziative ritenute "fin troppo autonome" da parte dei dirigenti capitolini, tacciati inoltre di essere stati troppo superficiali nell'approccio a una questione così rilevante per il futuro urbanistico (e non solo) di una città di difficile gestione qual è Roma.

Nonostante il punto d'incontro a cui si era pervenuti congiuntamente lo scorso 24 febbraio dopo tante difficoltà, con la giunta capitolina guidata da Virginia Raggi e i proponenti (l'As Roma e la Eurnova del costruttore Luca Parnasi) che sembravano finalmente essere sulla stessa lunghezza d'onda, il progetto relativo allo Stadio della Roma sembra essersi nuovamente incagliato per motivi essenzialmente burocratici.

La polemica

La conferenza dei servizi non ha dunque accordato ai proponenti la richiesta di proroga dei lavori di 30 giorni, avallata dalla Raggi con una lettera diretta proprio a Nicola Zingaretti, governatore dem della Regione Lazio, che ha comunque rinviato al 5 aprile la decisione definitiva.

Entro quella data c'è quindi la possibilità per i proponenti di presentare integrazioni e nuovi pareri che siano conformi alle novità progettuali precedentemente concordate. Ma il sindaco di Roma non ci sta, e attacca duramente la Regione, accusandola di strumentalizzare la questione gettando al vento la conclusione positiva di una vicenda che era stata finalmente sbloccata dopo sei anni di colpevole immobilismo.

La Regione ha reagito pubblicando online il verbale della conferenza, all'interno del quale sono contenute le azioni poste in essere dai rappresentanti del Comune di Roma.

I motivi del no

I motivi alla base della pronuncia negativa sono principalmente due. Il primo è giuridico, con la legge che prevede la possibilità di concedere una sola sospensiva per un massimo di 30 giorni, di cui i proponenti hanno già usufruito a febbraio.

Il secondo è di origine amministrativa. L'assessore regionale alle Politiche del territorio, Michele Civita, ha infatti spiegato che gli uffici non hanno potuto far altro che dar seguito all'orientamento esplicitato dal rappresentante unico di Roma Capitale in sede di Conferenza, che ha confermato il parere negativo di Roma Capitale sul progetto. In sostanza, il rappresentante unico del Campidoglio ha sconfessato la missiva della sindaca relativa al nuovo accordo sulla costruzione dell'impianto non trattandosi di un atto amministrativo, con il Comune che si è trovato costretto a confermare il parere negativo sul vecchio progetto. C'è comunque tempo, almeno fino al 30 marzo, per ridefinire il progetto presentato per la dichiarazione d'interesse pubblico.