Mister Allegri ci ha preso gusto. Come allenatore è cresciuto ulteriormente dai tempi in cui allenava il Milan. Lo ha dimostrato anche ieri sera quando con la Juventus ha di nuovo imbrigliato il Barcellona nella sua tela tattica. Blaugrana in declino oppure no, sta di fatto che Max sa come mettere in difficoltà il team spagnolo soprattutto quando si presenta sui campi italiani. E' vero che è solo la seconda vittoria di Allegri contro il Barca in nove volte in cui lo ha sfidato (tra Milan e Juventus), ma è pure vero che, numeri alla mano, se guardiamo le gare a eliminazione diretta (andata e ritorno), possiamo notare come il leit motiv sia sempre stato lo stesso: i catalani non sono mai riusciti a segnare ad Allegri nel turno in trasferta.

Verissimo che il Barcellona trova tradizionalmente difficoltà in Italia, dove non vince da 6 anni (2-3 a San Siro proprio contro il Milan di Allegri nel novembre 2011, durante la fase a gironi della Champions League), ma le statistiche dicono che, tra Quarti e Ottavi della massima competizione continentale per club, il tecnico toscano non concede nulla al club (fino a poco tempo fa) considerato il più forte del mondo. Infatti, nell'andata dei quarti di Champions 2011-12, il suo Milan (ancora pieno di campioni, ma in fase di declino) impattò 0-0 a San Siro lasciando le briciole a Messi e compagni. Ma il capolavoro si materializzò l'anno successivo agli Ottavi, sempre a San Siro, quando un Diavolo ridimensionato sconfisse gli spagnoli con un secco 2-0, grazie alle reti di Boateng e Muntari.

E la terza tacca con la rete inviolata in casa, Allegri l'ha segnata ieri sera con lo spettacolare 3-0 allo Juventus Stadium.

Il ritorno al Camp Nou, tabù da sfatare

Ora bisogna solo augurarsi che l'epilogo sia differente, rispetto alle precedenti circostanze, nella gara di ritorno al Camp Nou, dove il Barcellona sa trasformarsi (vedi il recente 6-1 al Psg) e dove Allegri non ha mai vinto (tra una settimana basterà però anche un ko 'bilanciato' per approdare in semifinale).

Col Milan finì con un 3-1 senza appello nella prima occasione e con un pesante 4-0 nella seconda, quando subì la Remuntada. In entrambi i casi arrivò l'eliminazione dalla Champions. Ma la speranza è accompagnata da prove confortanti. Perché questa Juventus è una squadra in ascesa (oltre dalla difesa granitica), mentre quel Milan era già al tramonto dell'epopea berlusconiana.

E soprattutto quel Barcellona era l'incantevole e imbattibile creatura di Pep Guardiola, mentre questo attuale assomiglia tanto al lento sgretolarsi dell'ancient regime dopo la Rivoluzione francese. Scongiuri a parte, la vendetta della finale persa a Berlino è un piatto sempre più vicino dall'essere divorato...