28 maggio 2017: una giornata di sole in quel di Roma. Come sempre fuori dallo stadio una bolgia di tifosi in trepida attesa prima dell'inizio della partita: contro il Genoa si giocava il secondo posto in classifica che garantiva l'accesso diretto alla Champions League per la prossima stagione. No, non c'era solo ansia per la solita storia della Roma che fino all'ultimo si deve giocare il tutto e per tutto: c'era anche un grande sconforto, una grande tristezza e amarezza fuori dallo stadio. Al triplice fischio finale, comunque sarebbe andata la partita, c'era il ritiro di Capitan Totti.
Ebbene sì, Francesco Totti, classe '76, capitano della Roma dall'età di 22 anni, bomber indiscusso, trascinatore della squadra, colui che ha battuto ogni record ha appeso le scarpe al chiodo. La tifoseria giallorossa sperava che il loro Francesco non invecchiasse mai e che rimanesse a vita il capitano della Roma, ma anche questo miracolo il buon Totti ( che di miracoli per la Roma ne ha fatti tanti) non poteva farlo.
Dopo una partita sofferta, dove il Genoa segna e la Roma è costretta a rimontare per ben tre volte, arriva il triplice fischio, i giocatori si abbracciano, Spalletti sorride, l'accesso diretto in Champions è stato raggiunto e Francesco Totti va da solo verso lo spogliatoio.
Chissà cosa avrà pensato "Er Pupone" (questo il suo soprannome da sempre) in quei minuti che lo separavano dall'ultima festa in suo onore.
Su Instagram la Roma posta una foto in cui il campione è immortalato seduto su una scala in preda ai suoi pensieri: è arrivato il momento dell'addio al calcio da parte del numero 10 della magica, che ha trascorso quasi 25 anni sempre con la stessa squadra.
Tutti speravano che lui ci ripensasse e invece, purtroppo, non è andata così: Totti entra in campo, gli occhi sono lucidi sin dal principio, saluta i compagni che lo aspettano in fila e inizia il suo giro di campo.
Con lui Ilary (che indossa una maglietta con su scritto "6 unico", memore della dedica che molti anni prima il marito le ha fatto durante un match) seguita dal figlio Christian, la figlia Chanel e la piccola Isabel: qui Francesco si emoziona, li abbraccia forte, prende in braccio la terzogenita e continua a camminare lento lento in quello stadio che per l'ultima volta lo vedrà protagonista indiscusso.
De Rossi, capitan futuro ancora per qualche ora, gli regala una targa da parte sua e di tutti i compagni mentre Pallotta, il presidente venuto direttamente dagli States per questo evento, lo stesso che non gli ha voluto rinnovare il contratto solo per un altro anno ancora, lo abbraccia accompagnato dai fischi di tutto lo stadio. Invece Spalletti, il mister che gli ha dato una stagione da panchinaro, subendo continue critiche per le sue decisioni in merito, accenna uno strano sorriso, un misto di dispiacere e, forse, qualche rimpianto (poteva farlo giocare di più?). In ultimo i tifosi: piangono, cantano, urlano ("Un capitano, c'è solo un capitano, un capitano"), mostrano striscioni con su scritto tutto ciò che si potrebbe scrivere per un grande calciatore che ha donato la sua carriera ad una società rimanendo fedele sempre alla stessa maglia.
Il commovente addio di Totti all'Olimpico
Il momento di Capitan Totti, è arrivato: il suo saluto e le sue ultime parole davanti a 65.000 spettatori, andati allo stadio principalmente per lui, per ringraziarlo, per salutarlo, per omaggiarlo. Francesco legge una lettera, con la voce tremante e con gli occhi lucidi: ringrazia tutti, dichiara amore profondo ai tifosi ed emoziona tutto lo stadio così come nessuno ha mai fatto: "Spegnere la luce non è facile. Adesso ho paura. E non è la stessa che si prova di fronte alla porta quando devi segnare un calcio di rigore. Questa volta non posso vedere attraverso i buchi della rete cosa ci sarà "dopo". Concedetemi un po' di paura. Questa volta sono io che ho bisogno di voi e del vostro calore, quello che mi avete sempre dimostrato.
Con il vostro affetto riuscirò a voltare pagina e a buttarmi in una nuova avventura".
Con queste parole davanti alla sua curva, Totti chiude una carriera fatta di 250 gol (secondo solo a Silvio Piola), 763 presenze in serie A, uno scudetto, un mondiale e una scarpa d'oro. Poteva vincere di più Francesco se fosse andato in qualche squadra estera nel fior fiore dei suoi anni ma il gioco non valeva la candela. Domenica ha vinto proprio tutto facendo commuovere tutti.
Totti in lacrime, tutti in lacrime: si chiude il sipario con gli applausi che si è sempre meritato.