Il Lecce pensa già al futuro. L'eliminazione dai play off di Lega Pro, nonostante sia stata difficile da digerire, è ormai storia passata e si cerca di guardare al futuro. La prima cosa da fare è trovare la guida tecnica. Sono tanti i nomi che circolano attorno al nome del possibile mister del Lecce del futuro. Da Rizzo a Calabro, da Brini ad Auteri (ma vi abbiamo già spiegato che non c'è nulla di vero) e c'è anche chi nostalgicamente chiede un approccio con Serse Cosmi.
In realtà, come vi abbiamo anticipato, il Lecce incontrerà Roberto Rizzo e soltanto dopo si deciderà il da farsi.
La priorità è la conferma del tecnico salentino, se non ci dovesse essere accordo, si guarderà altrove (Calabro è la prima opzione, come vi diciamo da giorni). Dunque, Rizzo in pole position e non è un caso che il Lecce abbia fatto firmare al tecnico leccese un contratto con "opzione sul secondo anno in caso di promozione". Questo conferma che il mister è molto apprezzato dalla dirigenza salentina.
Ripartire dai big e rifiutare le loro cessioni
Nei cinque anni in cui il Lecce ha militato in Lega Pro, una cosa è stata chiara a tutti i suoi sostenitori: le rivoluzioni estive non portano proprio a niente. Il progetto partito l'estate scorsa è stato biennale e molti calciatori, al contrario degli anni scorsi, sono legati al Lecce (sono pochi i prestiti).
Quindi, così come fatto da Benevento e Foggia negli ultimi anni, tanto per prendere due esempi recenti, l'ideale per puntare in alto è puntare sul gruppo, che già si conosce molto bene.
Da Torromino a Pacilli (entrambi di proprietà del Lecce), da Caturano (servono 200 mila euro per riscattare il suo cartellino) a Cosenza, da Arrigoni a Mancosu, da Costa Ferreira a Ciancio: il Lecce ha la base per ripartire senza dover stravolgere una rosa che è considerata da tutti già così di primissimo livello.
Ovviamente, con qualche innesto, si potrà puntare direttamente alla vittoria del campionato. Innanzitutto servirebbe risolvere la questione dei terzini: a sinistra serve un terzino di spinta che possa fare la doppia fase di gioco.
Poi non si dovranno più ripetere gli errori del passato: 3 difensori centrali per 2 posti da titolare, sono obiettivamente troppo pochi.
Infine, servono degli incontristi (il Lecce quest'anno ne era sprovvisto). Dei centrocampisti con caratteristiche più difensive rispetto agli elementi già presenti in rosa e che possano spezzare l'azione avversaria. Dunque, pochi innesti per puntare in alto. Il Lecce deve riprovarci.