Serie B senza macchie? Mai dire mai… Appena in tempo a celebrare un’estate senza scandali che riguardassero il torneo cadetto e senza intoppi per le iscrizioni ed ecco arrivare la brutta sorpresa, la doccia gelata che rischia di condizionare l’inizio del campionato e non solo. Se infatti la Serie C naviga tra i suoi problemi legati allo scandalo che rischia di travolgere il Prato tra tesseramenti irregolari di extracomunitari e sospetti di combine fino alle 5 società non iscritte e alla non semplice corsa al ripescaggio (al momento solo Triestina e Rende sono sicure di farcela, per il resto si naviga a vista in attesa del parere della Covisoc sugli impianti e della decisione degli altri club in corsa sulla fattibilità della fidejussione), in B a tremare nuovamente è l’avellino.

Catanzaro-Avellino, quattro anni dopo

Appena uscito miracolosamente indenne dal processo relativo alle ultime giornate del torneo cadetto 2013-2014, relativamente ai presunti illeciti delle partite contro Modena e Reggina, il sodalizio biancoverde rischia infatti guai grossi a causa dell’inchiesta “Money Gate”, scaturita da un’indagine della Procura della Repubblica di Palmi Calabro e riguardante un presunto illecito relativo alla partita giocata il 5 maggio 2013 a catanzaro tra i giallorossi e l’Avellino. La vittoria per 1-0 della squadra ospite, firmata da Gianmarco Zigoni, valse agli irpini allenati da Massimo Rastelli la promozione in B con una giornata d’anticipo, rendendo inutile la contemporanea vittoria del Perugia contro il Prato.

Dall’altra parte, i calabresi di Salvo Fulvio D’Adderio ottennero una sofferta salvezza senza il ricorso ai playout grazie al pareggio contro il Gubbio della settimana successiva. Sulla carta, quindi, tutti contenti e sospetti che si infittiscono, ma è vietato fare conclusioni precipitose, visto che il presunto accordo sarebbe stato sul pareggio.

Niente combine, quindi? Ammesso che tutto questo venga provato (non probabile, ma ricordiamo che nella giustizia sportiva gli imputati partono da una condizione di “colpevoli”), conterebbe poco o nulla, perché per il Codice “tentare” è come “consumare”.

Catanzaro-Avellino: le indagini

Il guaio grosso è che i sospetti gravano sui due presidenti, Giuseppe Cosentino e Walter Taccone: tutto ciò vuol dire che, qualora l’illecito venisse provato, le società andrebbero incontro alla retrocessione diretta e non alla semplice penalizzazione.

Un vero e proprio uragano, che in Irpinia non sembrano temere viste le dichiarazioni dello stesso Taccone dopo l’interrogatorio (“Come Avellino, non abbiamo nulla da temere, i tifosi i devono stare tranquilli”), e cui invece a Catanzaro guardano con preoccupazione nonostante Cosentino non sia più presidente e la società abbia cambiato gestione. Sarebbe quindi un’autentica beffa per tutto l’ambiente, tifosi in testa, appena usciti indenni dal rischio retrocessione grazie al successo ai playout contro la Vibonese che ha permesso di scongiurare la prima discesa nella storia tra i dilettanti. Peraltro legata a questa vicenda c’è quella sulla quale si indaga da tempo relativa ai presunti pagamenti in nero nella stessa gestione Cosentino, che farebbe rischiare squalifiche pesantissime per i tesserati coinvolti.

Riguardo alla gara di 4 anni fa, comunque, la Procura Federale avrebbe comunque già interrogato in gran segreto l’ex ds del Catanzaro Armando Ortoli e quello in carica dell’Avellino, Vincenzo De Vito.

I rischi

Bocche cucite, ma è facile immaginare che il rischio-tempesta sui campionati non ci sarà dal momento che ipotizzare due gradi di giudizio entro un mese che separa dall’inizio del campionato è pura utopia per i tempi della giustizia italiana, pure di quella sportiva, abitualmente più celere (ma non troppo). Comunque, tertium non datur: essendo coinvolti i presidenti, o stangata, o assoluzione. Niente penalizzazioni. Ma per quelle in Italia c’è sempre tempo.