Adesso ci siamo. La classica estate calda è finita. Ovviamente il riferimento non è alla terra che scotta e che ha già consegnato il 2017 al libro dei record, bensì al termine dei mesi tradizionalmente più bollenti per la terza serie del calcio italiano. Abbiamo seguito la situazione passo dopo passo dal termine dei campionati ai primi segnali sulla corsa alle iscrizioni, fino alle esclusioni e alle domande di ripescaggio.

Delusione Rende

Ora il Big Ben ha detto stop. Il 4 agosto è stato il D-Day per definire gli organici del prossimo campionato.

Come annunciato, la notizia, destinata a segnare una svolta non solo per il prossimo svolgimento dei campionati, ma pure per la governance dell’intera Lega targata Gravina. Come noto, infatti, solo due squadre avevano presentato una documentazione completa per il ripescaggio, comprensiva di tassa d’iscrizione, di ripescaggio e di fidejussione a fondo perduto. Anzi, sembravano due, perché a sorpresa il Consiglio Federale ha bocciato il Rende: i calabresi sembravano tranquilli e invece pagano la fidejussione presentata il 1° agosto, fuori tempo massimo quindi, per sostituire quella di matrice svedese non ritenuta valida. Annunciato ricorso, ma con pochissimi margini di riuscita. Quindi, con 5 posti liberi dopo le mancate iscrizioni di Como, Maceratese, Mantova e Messina e il fallimento del Como, quello che era un sospetto, i gironi “zoppi”, è stato scongiurato.

La Triestina è la 56esima squadra, mentre a Rieti è tempo di assaporare l’ennesima delusione: l’agognato ritorno tra i professionisti è ancora rinviato perché la documentazione è stata presentata incompleta, senza la tassa a fondo perduto.

No a nuovi ripescaggi

Nulla da fare, quindi, e dibattito che si riapre sulla necessità per i club che fanno domanda di ripescaggio di dover “devolvere” qualcosa come 300.000 euro per “la salute della categoria”.

Giusto o sbagliato che sia, dura lex, sed lex e va rispettata e in fondo non è sbagliato pretendere una sorta di garanzia dai club che si affacciano o si riaffacciano a un campionato senza averlo meritato sul campo. Magari, ed è il parere che ha portato il Lumezzane a rinunciare al professionismo dopo 24 anni, si sarebbe potuta fare qualche differenza, evitando di chiedere la tassa a fondo perduto ai club retrocessi che avessero fatto domanda di ripescaggio, da filtrare attraverso la riammissione.

Non è stato così e forse neppure sarà mai così anche per tutelare i diritti della Serie D, già vessata dall’unica promozione prevista per ciascuno dei 9 gironi. Quel che è certo è che è stato un Consiglio infuocato, reso tale dallo scontro tra Figc e Lega Pro da una parte e Aic dall’altra, quest’ultima oppostasi alla in verità clamorosa decisione di posticipare da agosto al 21 settembre il termine per il pagamento degli stipendi arretrati per non incorrere in penalizzazioni

Come cambiano le retrocessioni

Ma senza divagare, la realtà è quella di un torneo con 56 squadre. Niente turni di riposo, quindi, ma cambiano le modalità di accesso alla zona playoff rispetto alla prima stagione della nuova formula.

Ma così è se vi pare, e pure se non vi pare, visto che la Lega aveva timidamente chiesto la riapertura delle domande di ripescaggio per tornare a 60 squadre, bruscamente negata dalla Federcalcio (e il fatto che Gravina non sia stato un elettore di Tavecchio, forse, non è un caso…). In ogni caso le novità più significative riguardano appunto playoff e playout: i primi cambiano formula, con quattro fasi differenti che prevedono l’ingresso in scena in sequenza delle squadre classificate tra il decimo e il quinto posto, quindi delle quarte, delle terze e delle seconde. I playout invece subiranno la rivoluzione in tema di retrocessioni: per tornare al format delle 60 squadre nel 2018-2019 saranno infatti solo 5 le formazioni a scendere dalla Serie C.

Da ufficializzare le modalità, inevitabilmente condizionate dal numero differente di squadre per girone. Comunque adesso è quasi tutto pronto: appuntamento per i calendari giovedì 10 all'Aurum di Pescara, città candidata ad ospitare la FinAll. Meglio tardi che mai.

Ecco i tre gironi

Ecco quindi la composizione dei 3 gironi. Il Consiglio Direttivo ha optato per due gironi da 18 squadre e uno da 20, quello settentrionale. A e B divisi verticalmente, nel C solo squadre del sud per contenere i costi delle trasferte. Girone A: Alessandria, Arezzo, Arzachena, Carrarese, Cuneo, Gavorrano, Giana Erminio, Livorno, Lucchese, Monza, OIbia, Piacenza, Pisa, Pistoiese, Pontedera, Prato, Pro Piacenza, Renate, Robur Siena, Viterbese.

Girone B: AlbinoLeffe, Bassano Virtus, A. J. Fano, FeraIpiSalò, Fermana, Gubbio, Mestre, Modena, Padova, Pordenone, Ravenna, Reggiana, Sambenedettese, Santarcangelo, Sudtirol, Teramo, Triestina, Vicenza. Girone C: Akragas, Bisceglie, Casertana, Catania, Catanzaro, Cosenza, Fidelis Andria, Juve Stabia, Lecce, Matera, Monopoli, Paganese, Racing Fondi, Reggina, Sicula Leonzio, Siracusa, Trapani, Virtus FrancaviIla.