Terminata la pausa per le nazionali, inizia per l'Inter un periodo apparentemente tranquillo: cinque partite con avversari sulla carta abbordabili prima del derby contro il Milan del 15 ottobre. Ma Luciano Spalletti non si fida e ricorda come l'anno scorso la grande differenza di punti rispetto a chi è andato in Champions League, sia stata generata proprio dai magri risultati ottenuti con squadre alla portata dei nerazzurri. "Se vogliamo tornare a salire sugli aerei per l'Europa dobbiamo fare il check-in in questi match - ha spiegato il mister - è un po' tutta la settimana che mi raccomando di non dare nulla per scontato".

Del resto, anche Massimo Moratti pochi giorni fa ha suggerito di non fare l'errore di sottovalutare alcune formazioni.

L'affetto dei tifosi va ripagato

I giocatori sembrano aver recepito il messaggio, rispondendo positivamente con il loro impegno sul campo. Almeno quelli che sono rimasti ad Appiano, visto che ben 14 nerazzurri sono partiti con le rispettive nazionali. Ma per Spalletti questo non deve essere un alibi: "Sono stati convocati proprio perché hanno qualcosa di più rispetto agli altri, che devono portare con loro anche quando tornano da noi", ha chiarito, sottolineando che quello che conta è soprattutto il lavoro svolto sin dal principio e portato avanti nel tempo dal gruppo.

C’è molto entusiasmo per quanto visto finora: a San Siro gli spettatori saranno quasi 60mila.

Ma il tecnico toscano su questo punto è categorico: "Un tale afflusso di tifosi è dovuto a coloro che hanno fatto la storia dell’Inter, non certo a noi". Così cita un lungo elenco di grandi idoli nerazzurri, che va da Facchetti a Milito. Ma questa fiducia del pubblico dovrà essere ripagata: l'unico modo per farlo è riuscire a lasciare una traccia, raggiungendo gli obiettivi prefissati.

La costruzione del gruppo

Spalletti non ama parlare di risultati: l'importante è creare qualcosa di costruttivo, che permetta finalmente di non ripartire da zero, come è accaduto troppo spesso negli ultimi anni. L'obiettivo è quello di dare sempre il massimo in modo da fare qualcosa in più degli avversari. Quindi ogni volta bisognerà tentare di vincere la gara, sfruttando al meglio una mentalità che anteponga il collettivo al singolo individuo.

L'allenatore ha fatto l'esempio dell'inutilità di un capocannoniere in una compagine che però non vince: se si vuole veramente arrivare in Champions, come dicono tutti, l’unica strada da seguire è quella di ragionare da squadra.

Il tecnico di Certaldo ha cercato fino all'ultimo di evitare di nominare i singoli, ma non ha potuto fare a meno di salutare con favore il rinnovo di Perisic, elogiando il lavoro fatto dalla società per trattenerlo. Per il resto ha ribadito che i giocatori devono farsi trovare motivati - esattamente come Joao Mario quando è subentrato nelle prime due gare del campionato - sapendo che ci sarà spazio per tutti. Ad esempio, contro la Spal, Gagliardini è pronto a scendere in campo da titolare.