Argentina-Perù, odore di 'marmelada'. Un odore acre, come quello delle conserve andate a male che non andrà mai via e verrà rievocato tutte le volte che queste due nazionali si affronteranno in un match ufficiale. Argentina-Perù del prossimo 5 ottobre, match di cartello del girone di qualificazione sudamericano, vale l'accesso al Mondiale del prossimo anno. Non è la prima volta che questa sfida è così importante: nel 1978 l'Albiceleste si giocava l'ingresso in finale al torneo iridato casalingo, doveva battere i peruviani con almeno quattro gol di scarto (per migliorare la differenza reti nei confronti del Brasile) e ne fece addiruttura sei.

Su quella partita peseranno per sempre i forti sospetti di una 'marmelada' pre-confezionata con la forte complicità del regime militare argentino e di alcuni giocatori del Perù poco onesti, su tutti il portiere Ramon Quiroga, argentino naturalizzato peruviano. Nel 1978 l'attaccante argentino Ricardo Gareca, attuale CT del Perù, aveva appena esordito nel massimo campionato con il Boca Juniors, nel 1981 sarebbe entrato nel giro della Nazionale e due anni dopo, in un match di Copa America, avrebbe firmato una vittoria dell'Argentina sul Brasile che mancava da 13 anni. Il nuovo CT, Carlos Bilardo, sembra tenerlo in considerazione, tanto da convocarlo negli impegni di qualificazione dell'Albiceleste per i Mondiali messicani del 1986.

L'Argentina è inserita in un raggruppamento con Venezuela, Colombia e Perù e sembra decisamente avere una marcia in più. Guidati da Maradona e Valdano, gli uomini di Bilardo corrono spediti fino alla sfida di Lima contro i peruviani, il 23 giugno 1985, dove si complicano terribilmente la vita perdendo di misura. Sette giorni dopo va in scena il ritorno, a Buenos Aires, l'Argentina guida la classifica con un punto di vantaggio sul Perù e con un pareggio staccherebbe il biglietto per il Messico.

Un gol che vale una carriera

Un'altra sfida tra Argentina e Perù con punti pesanti in palio, pertanto, sette anni dopo la 'marmelada'. I padroni di casa sono chiaramente favoriti e tanto per legittimare questo ruolo si portano in vantaggio con Pasculli. La formazione ospite reagisce, Velasquez pareggia il conto e, poco prima della fine del primo tempo, Geronimo Barbadillo 'gela' i tifosi argentin: gli andini vanno negli spogliatoi avanti di un gol.

La ripresa è un'autentica battaglia, l'Argentina preme, ma sembra poco lucida, lo stesso Maradona è meno ispirato rispetto ad altre circostanze. A 10' dal termine il risultato è sempre di 1-2, gli argentini sono fuori dai mondiali. Corre l'81' quando Burruchaga serve Valdano in area peruviana, il diagonale dell'attaccate coglie il palo e danza sulla linea di porta, sospinto poi in fondo al sacco dalla zampata di Gareca che era subentrato nella ripresa al posto di Camino. Il 2-2 vale la qualificazione alla fase finale del Mondiale messicano, esattamente un anno dopo l'Argentina solleverà la Coppa del Mondo battendo in finale la Germania Occidentale. Il gol di Gareca, con il senno di poi, pesa tanto quanto le magie di Maradona nella lunga ricorsa al titolo mondiale.

Se non lo avesse realizzato, gli argentini non sarebbero nemmeno andati in Messico. Eppure Bilardo non inserirà Gareca nella lista dei convocati di quella squadra che sarebbe poi diventata campione del mondo e non lo farà nemmeno quattro anni dopo per i Mondiali del 1990, preferendogli sempre qualcun altro: Borghi, Almiron, Dezotti, Balbo.

Il miracolo peruviano

Ricardo Gareca allena il Perù dal 2015, le attuali qualificazioni sembravano l'ennesima delusione per una nazionale che non partecipa alla fase finale di una Coppa del Mondo dal 1982. Eppure dalla scorsa primavera 'Los Incas' sembrano aver cambiato marcia e con tre vittorie ed un pareggio nelle ultime quattro partite sono attualmente quarti, l'ultimo posto utile per la qualificazione diretta ai Mondiali di Russia.

L'Argentina è quinta (attualmente disputerebbe lo spareggio intercontinentale contro la Nuova Zelanda), stessi punti del Perù, ma una peggiore differenza reti, entrambe si devono guadare le spalle dal Cile che insegue ad un punto. Si sfideranno a Buenos Aires il prossimo 5 ottobre, la Federazione argentina ha scelto la Bombonera, lo stadio del Boca, per questa importantissima partita. Serve un ambiente infuocato, servono soprattutto le magie dei vari Messi, Dybala ed Icardi, quelle che realizzano puntualmente con Barcellona, Juventus ed Inter, ma che non riescono a replicare in Nazionale. Il CT, Jorge Sampaoli, ha lasciato ancora fuori Gonzalo Higuain, giocatore che alla fine non conviene mai che resti fuori, Max Allegri ne sa qualcosa.

Ad ogni modo Sampaoli ha tutto da perdere, Gareca tutto da guadagnare contro quella maglia albiceleste a cui ha regalato la possibilità di vincere un titolo mondiale, ma che non gli venne concesso di vestire in Messico. Trentadue anni fa eliminò il Perù, ora cercherà di portarlo ai Mondiali dopo 36 anni: il suo è davvero uno strano destino.