Il calcio è denso di corsi e ricorsi storici, ma nel caso di Napoli-Inter che in tanti hanno dipinto come la prima sfida-scudetto, il destino gioca davvero uno scherzo affascinante. I tifosi napoletani più maturi e più superstiziosi sperano ovviamente che ci sia similitudine fino in fondo, anche nel risultato. Il 22 ottobre di 28 anni fa, era il 1989, il San Paolo fu teatro di una sfida-scudetto virtuale tra azzurri e nerazzurri. La differenza nella data è di un giorno, probabilmente se il calcio di allora fosse stato uno 'spezzatino' come quello attuale, il match sarebbe andato in anticipo o posticipo.
Ad ogni modo, allora come oggi si disputava la 9^ giornata ed il Napoli guidava la classifica con un punto di vantaggio sull'Inter. Oggi ne ha due, ma all'epoca la vittoria valeva due punti e, pertanto, in caso di vittoria ci sarebbe stato il sorpasso dei milanesi in vetta alla classifica. Esattamente come oggi, se Icardi e compagni dovessero centrare l'impresa all'ombra del Vesuvio.
Il big-match del 1989
Era il Napoli di Maradona, Careca, Alemao e Carnevale, contro l'Inter dei tre tedeschi, Brehme, Matthaeus e Klinsmann, di Matteoli, Berti e Serena. Ad essere sinceri, l'Inter lamenta una grave assenza in attacco, quella del citato Serena al cui posto in tandem con Jurgen Klinsmann gioca il giovane Dario Morello.
Il San Paolo è gremito in ogni ordine di posti, i partenopei hanno il dente avvelenato: pochi mesi prima l'Inter si era cucita sulle maglie il tredicesimo scudetto con un cammino da record e la matematica certezza del titolo era arrivata a San Siro dopo un successo in rimonta sul Napoli, l'unica formazione che nel corso della precedente stagione aveva provato a contrastare l'invincibile armata di Giovanni Trapattoni.
L'Inter 1989/90 ha un volto più umano, ma resta fortissima. La capolista medita vendetta, ci sono tutti gli ingredienti del grande match. I campioni d'Italia provano a fare la partita, attaccano nello scorcio iniziale di gara e protestano vivacemente per un intervento sospetto in uscita del portiere azzurro Giuliani su Berti che l'arbitro lascia correre.
Il Napoli esce fuori alla distanza, Maradona e Careca 'scaldano' le mani di Walter Zenga che, alla fine del primo tempo, si stira dopo un intervento ed è costretto a lasciare il campo: ad inizio ripresa entra Malgioglio. Il secondo tempo è comunque poco spettacolare, si rende pericolosa l'Inter ed il Napoli si salva grazie all'intervento di Baroni che anticipa all'ultimo momento Berti lanciato a rete. Quando mancano 15' alla fine, la gara sembra destinata ad andare in archivio sullo 0-0 e soltanto la prodezza di un fuoriclasse può sbloccarla. Gli azzurri di fuoriclasse ne sfoderano addirittura tre: Maradona viene costretto a rifugiarsi sulla sinistra, nei pressi dell'area e, pur pressato da Cucchi e Brehme, si inventa un cross in rovesciata al centro che viene respinto fuori area da Verdelli, la palla arriva ad Alemao che resiste al contrasto di tre avversari ed innesca Careca a due passi dalla porta: il centravanti brasiliano fulmina Malgioglio.
Piove sul bagnato per l'Inter che perde Verdelli, espulso per somma di ammonizioni, e rimane in dieci uomini. Nove minuti dopo il gol di Careca arriva il raddoppio, lo firma Maradona con il suo sinistro magico dal quale scaturisce una staffilata che si insacca a fil di palo. Il Napoli dà il via alla sua prima fuga di stagione, ma in realtà quel campionato sarebbe stato combattuto fino all'ultima giornata. Maradona e compagni lo avrebbero vinto quasi al respiro conclusivo in un rush finale caratterizzato dalla seconda 'Fatal Verona' della storia del Milan (clamorosamente sconfitto al Bentegodi alla penultima giornata) che avrebbe permesso ai partenopei di vincere il secondo scudetto a tre anni di distanza dal primo.
Corsi e ricorsi storici
Considerato che da allora il Napoli non ha più vinto lo scudetto e, quest'anno, l'autorevolezza degli uomini di Sarri ricorda tanto la squadra di Bigon della stagione 1989/90, sono in tanti nel capoluogo campano che sperano nello stesso felice destino, a partire ovviamente dal successo sull'Inter nella gara di questa sera, calcio d'inizio alle ore 20.45 allo stadio San Paolo. In realtà se c'è qualcosa di differente rispetto a 28 anni fa, questa sembra proprio la formazione nerazzurra che non è una corazzata reduce da uno scudetto. Ci sono parecchi denigratori sparsi per l'Italia che accusano Luciano Spalletti di non aver dato un gioco all'Inter. In effetti, al contrario del Napoli, l'attuale seconda forza del campionato è tutt'altro che esempio di bel calcio.
Ma l'ex allenatore della Roma ha dato alla sua squadra grinta ed identità, non si vincono sette partite su otto solo per caso o per fortuna, battendo avversari come Roma e Milan. C'è chi dice che in questo match l'Inter ha tutto contro: pronostico, tradizione (Napoli è sempre stato un campo ostico per i nerazzurri) e, soprattutto, un'avversaria che sembra decisamente più forte. Se dobbiamo affidarci anche in questo caso ai corsi e ricorsi storici, non possiamo che sottolineare che l'ultimo successo nerazzurro in campionato allo stadio San Paolo è vecchio di vent'anni, era il 1997 (2-0, gol di Galante ed autogol di Turrini). Anche allora era ottobre ed alla fine i lunghi digiuni sono fatti per essere interrotti, diranno gli statistici di fede interista. Il campo deciderà come sempre chi ha torto o ragione.