Da sempre, il calcio è stato vittima di soprusi arbitrali dovuti all'egemonia politica ed economica che le società di maggior blasone vantano. Quest'anno passerà invece alla storia come il trionfo dell'uguaglianza e della possibilità di disputare un campionato equo per tutte le squadre grazie all'utilizzo del var (Video Assistant Referee).

Come funziona il VAR?

Si tratta di un supporto tecnologico a disposizione del direttore di gara situato all'esterno dello stadio, dove due arbitri professionisti, appositamente designati, seguono la partita da vari monitor, mantenendosi in contatto con il loro collega in campo tramite un auricolare.

Il suo intervento però, si limita alle occasioni che modificano il corso dell'incontro e che altererebbero il suo andamento e non ad ogni singolo errore umano che può indubbiamente accadere. Nello specifico il VAR entra in azione per:

-convalidare un gol

-scambi di identità

-assegnare o rimuovere un calcio di rigore

-espulsioni dirette

Il direttore di gara può decidere, a sua personale discrezione, se fidarsi della valutazione dei colleghi o se verificare personalmente le immagini in questione attraverso l'ausilio di un monitor posto a bordo campo

Pro e contro

Sono molte le inevitabili polemiche che sono nate nei confronti dell'ultimo arrivato in ambito di tecnologia sportiva. Giocatori, dirigenti e allenatori hanno mostrato una certa riluttanza verso il VAR che, secondo loro, digitalizzerebbe troppo il calcio, rendendolo uno sport troppo spezzettato al contrario della sua innata passionalità.

Sami Khedira ha espresso il suo giudizio su di esso: "Il VAR è una buona cosa, non lo è il modo in cui, per adesso, viene utilizzato. Sarebbe meglio regolamentarlo diversamente. Se possiamo evitare errori bene, ma oggi i giocatori non sanno nemmeno se festeggiare un gol; si perdono molta passione ed emozione, che sono il sale del calcio".

Tra i vari punti di vista che i diretti interessati offrono continuamente tramite i social media, positivi o negativi che siano, non si può negare l'innumerevole quantità di episodi che il VAR ha chiarito dopo esser sfuggiti di vista agli arbitri e quanto, loro malgrado, questi errori avrebbero condizionato la classifica attuale.

Se non ci fosse il VAR?

C'è chi ha provato ad immaginare una classifica della Serie A senza VAR. Il risultato? Come previsto, alcune squadre avrebbero più punti di quanto si meriterebbero e viceversa. Per esempio entrambe le squadre del capoluogo piemontese sarebbero avvantaggiate con la Juventus che, addirittura, sarebbe in vetta alla graduatoria al pari del Napoli secondo la redazione del quotidiano il Messaggero che ha stipulato questa classifica. Persino lo sfortunatissimo Benevento avrebbe raggiunto il tanto agognato primo punto in stagione senza l'annullamento del gol del capitano Lucioni (adesso squalificato per doping) al 98' contro il Bologna. Ecco perché, probabilmente, appare ormai imprescindibile l'ausilio del VAR che rende più giusto un campionato ricco di sviste ed errori.