"È sempre bello affrontare la Lazio, sono tifoso laziale e la mia fede è quella. Sarà una bella emozione. Giochiamo in uno stadio in cui andavo da piccolo a vedere la squadra-scudetto. Ma dobbiamo vincere, il nostro obiettivo è quello"; queste le parole di Romagnoli, alla vigilia della semifinale di ritorno di Coppa Italia all'Olimpico, che mai si sarebbe immaginato di poter essere il giustiziere di quella squadra per cui gli batte il cuore fin da bambino. Lui che la maglia della Lazio non l'ha mai indossata e anzi ha mosso i suoi primi passi nelle giovanili dell'eterna rivale, la Roma.

Da Anzio a Milanello

Alessio Romagnoli nasce ad Anzio, comune a 58 km a sud della Capitale passato alla storia per lo sbarco degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale nel 1944, il 12 gennaio 1995. A quattro anni assiste alla sua prima partita dal vivo all'Olimpico della Lazio di Sven-Goran Eriksson che nella stagione successiva vincerà lo scudetto con in campo campioni del calibro di Veron, Stankovic, Nedved, Mancini, Mihajlovic, Simone Inzaghi, Simeone e Nesta, il capitano che avrà un'influenza importante nella carriera di Alessio. La Roma è la prima società ad accorgersi che quel bambino ha delle potenzialità e non perde tempo nel tesserarlo nelle proprie giovanili con il difensore che qualche anno fa ha ricordato così quei momenti: “I miei avevano un negozio di alimentari.

All’inizio, quando ero un ragazzino, facevano a turno per accompagnarmi a Roma: 50 km ad andare e 50 a tornare. A un certo punto non sono più riusciti a tenere insieme tutto e hanno venduto il negozio. Hanno scommesso su di me e hanno vinto”. L'estate 2012 è quella della svolta: sulla panchina giallorossa si registra il grande ritorno di Zdenek Zeman, tecnico boemo da sempre attento ai giovani, che convoca l'allora diciassettenne per il ritiro estivo.

Il debutto ufficiale avviene in un match di Coppa Italia contro l'Atalanta vinto 3-0 mentre quello in Serie A il 22 dicembre contro il suo attuale Milan; è la data che segna l'inizio della sua ascesa. Il primo gol nel nostro campionato arriva invece tre mesi dopo contro il Genoa di testa e l'assist è una pennellata di Francesco Totti, una sorta di benedizione del Pupone al nuovo talento del calcio italiano a cui in seguito regalerà anche un cucciolo di Labrador, Carlotta.

Dopo due stagioni a Roma passa in prestito alla Sampdoria dove incontra Sinisa Mihajlovic, il suo secondo padre calcistico dopo Zeman, che crede fortemente in lui e lo forgia facendolo diventare un punto fisso dei blucerchiati. Il serbo se ne innamora talmente tanto che nella stagione successiva lo porta con sé al Milan, 25 milioni di euro sanciscono l'addio definitivo di Romagnoli alla Roma. Fuori dai campi di gioco Alessio coltiva altre due grandi passioni, il tennis e il motociclismo con due idoli che sono mostri sacri di queste discipline: Roger Federer e Valentino Rossi. Quest'ultimo ha rischiato di creare un caso diplomatico poiché sono girate voci che al suo approdo in rossonero il ragazzo avrebbe voluto optare per la numero 46 in onore del campione di Tavullia, dichiarato tifoso interista; alla fine per il sollievo dei tifosi milanisti ha scelto il 13, la maglia che fu di Alessandro Nesta.

Il nuovo Nesta

La carriera di Romagnoli è legata a un filo invisibile con quella di Nesta, da molti considerato come uno dei difensori più forti nella storia del calcio mondiale; entrambi di Roma e con il cuore biancoceleste. L'attuale difensore del Milan, per caratteristiche e carattere in campo, ricorda molto il capitano di quella Lazio scudettata che Alessio ammirava allo stadio con il padre e l'arrivo in rossonero ha accentuato ancora di più questo paragone poiché il tecnico del Miami, dopo l'esperienza laziale, è stato una colonna portante del "Diavolo" di Ancelotti che è riuscito a vincere due Champions League nel 2003 e 2007. Un'investitura importante anche in ottica Nazionale che però non sembra pesare al ragazzo di Anzio: "E’ un grande onore essere paragonato a lui, anche se per arrivare ai suoi livelli ce ne vuole.

E tanto”. Giunto alla terza stagione in rossonero il difensore sembra aver raggiunto una certa maturità dopo un inizio non esaltante che ha coinvolto tutta la squadra; Gattuso ha rivitalizzato e ridato fiducia all'ambiente compreso lui che attualmente con Bonucci forma una delle coppie difensive più forti d'Italia. Nel 2018 undici partite tra campionato, Coppa Italia ed Europa League con 8 vittorie, 3 pareggi e nessuna sconfitta ma soprattutto appena tre gol subiti; zero nelle ultime sei compresa quella di ieri sera dove Romagnoli ha fatto una partita perfetta e che proietta il Milan alla finale della coppa nazionale il prossimo 9 maggio.