Il suo volto pulito è noto agli italiani, Cristiana Capotondi è un'attrice di successo e la ricordiamo per pellicole come 'Notte prima degli esami', 'Come tu mi vuoi', 'La passione', 'La mafia uccide solo d'estate' ed anche il recente 'Nome di donna', uscito la scorsa primavera e diretto da Marco Tullio Giordana. La sua grande passione per il calcio era meno nota e, pertanto, è stata per tutti una sorpresa ritrovarsi la 38enne artista romana nel ruolo di vicepresidente di Lega Pro, dopo l'elezione di Francesco Ghirelli allo scranno più alto in sostituzione di Gabriele Gravina che è diventato il nuovo presidente federale.

La Capotondi si è dunque presentata agli appassionati di calcio con un lunghissimo post pubblicato sul proprio profilo Instagram.

'Il calcio? Eredità di mio nonno'

Sul noto social, Cristiana Capotondi rivela la passione per il calcio ereditata dal nonno che è stato dirigente accompagnatore della Roma. "Entro come vicepresidente e presto definirò il mio ruolo", puntualizza la nuova dirigente che descrive il campionato di Serie C come un autentico 'giro d'Italia'. "Migliaia di professionisti in 3 gironi, 59 squadre ed 8 milioni di tifosi da Nord a Sud, un campionato denso di tutte le diversità culturali che rendono unico al mondo il nostro Paese". Manifesta da subito l'intenzione di occuparsi dei rapporti con le scuole.

"I giovani calciatori devono anche studiare, dedicarsi ad un'attività sportiva professionistica non significa avere lacune formative". Tra gli obiettivi da lei condivisi relativi al nuovo corso di Lega Pro c'è quello di abbassare l'età media dei club. "La Serie C deve diventare un vero e proprio vivaio del calcio italiano per le serie maggiori ed è anche per questo che diventerà imperativo investire sull'istruzione".

'Ciò che fai in campo si riflette nella vita'

Cristiana Capotondi cita nuovamente il nonno. "Mi ha sempre detto che le persone le capisci da modo in cui stanno in campo e correggendo i difetti di gioco, puoi correggere anche i limiti caratteriali. Ciò che fai in campo si riflette nella vita ed è ciò che amo del calcio". Secondo il suo parere è giusto che il calcio guardi avanti, ma deve recuperare un pò di sano romanticismo.

"Il calcio è un bambino che gioca con un barattolo, un padre che porta il figlio allo stadio, ma girano anche tanti soldi ed è inevitabile che si creino dinamiche torbide come quelle che ogni tanto scoperchiamo. Ma io scelgo il romanticismo e non perché sono una donna. Sono romantica, ma anche pragmatica perché nessuna forma di romanticismo può essere concessa senza pragmatismo. Vorre che la Lega Pro diventasse grande, grazie al nostro romanticismo pragmatico".