Di Francesco e l'esonero ormai diventato possibile: a Roma sportiva non si parla d'altro in questi giorni, interrogandosi su cosa conviene fare a questo punto della stagione. Tante volte si dice, in avvio di campionato: questo allenatore non mangerà il panettone. È un modo come un altro per dire che non durerà a lungo, e che non riuscirà a superare il girone di andata. È appunto questo il caso? A giudicare dalla situazione generale della Roma e dalla forte irritazione del presidente Pallotta, sembra proprio di sì.

Il patron giallorosso, l'uomo di Boston, l'imprenditore che si è fatto da solo, voleva avvicendare Di Francesco già dopo la deludente prova di Bologna.

Il gruppo, in quell'occasione, ha saputo fare muro per difendere il tecnico, con Monchi che si è messo di traverso, rinnovando la sua fiducia all'uomo capace di riportare la compagine capitolina in semifinale di Champions League dopo tanti, tantissimi anni. I problemi, però, sono rimasti gli stessi: la squadra, quando è colpita, non sa reagire, ma non sa neanche amministrare un doppio vantaggio, com'è accaduto con Chievo e Cagliari. Limiti gravissimi. Di concentrazione.

Di Francesco e molte alternative

Balla una giostra di nomi per il dopo Di Francesco, che potrebbe saltare al termine della gara interna col Genoa qualora non dovesse arrivare una vittoria convincente: si è parlato perfino di Capello o Conte, c'è Zidane libero.

Il nome più probabile, tuttavia, dovrebbe venire fuori da questa rosa: Sousa, Blanc, Montella, Donadoni, Lopetegui e Jardim. E non avranno di certo un compito facile.

L'ambiente Roma, infatti, in questo periodo è una polveriera, come dimostra la sorprendente interruzione del ritiro, un fatto veramente nuovo e, per certi versi, un chiaro segnale di debolezza.

Di Francesco e il Genoa, partita decisiva

Il Genoa all'Olimpico sarà di sicuro un brutto cliente. I rossoblu sanno difendere bene e proveranno a chiudere gli spazi. Gli attaccanti di Prandelli sono molto veloci e abili nelle ripartenze. Tra l'altro Piatek, rivelazione polacca di questa Serie A, piace tanto, manco a dirlo, alla Roma.

La squadra giallorossa a gennaio sarà comunque ricostruita: in troppi hanno deluso a partire da Schick, pagato molto, ma senza riscontri chiari sul campo. Per ora il talento ceco è un fantasma e non se ne comprende il motivo. Secondo Italo Cucci, il difetto di Di Francesco è stato quello di accettare supinamente tutte le scelte della società, a differenza di quanto fanno solitamente altri allenatori che poi risultano, guarda caso, vincenti. Del resto, l'allenatore abruzzese è stato una sorta di scommessa per la società capitolina e, provenendo dal Sassuolo, non poteva certamente imporre le sue scelte alla dirigenza. I risultati di questo discutibile progetto si vedono oggi, con un organico che non ha saputo supplire alle partenze di uomini solidi come Alisson, Strootman e Nainggolan, per non parlare di Salah, ceduto al Liverpool l'anno precedente.

E non è un caso se proprio gli ex romanisti Alisson e Salah stanno facendo grandi i Reds.

Privo di bomber Dzeko, contro il Genoa Di Francesco sarebbe intenzionato a bocciare Schick, lanciando Zaniolo nel delicato ruolo di "falso nueve". Se son rose fioriranno... lunedì sapremo tutto.