Continua l'incubo di Alessio Cerci, diventato da poche ore un ex calciatore dell'Ankaragucu insieme al compagno Thomas Heurtaux, difensore ex Udinese. I due, arrivati la scorsa estate nel massimo campionato turco, fortemente voluti dalla società, sono stati costretti ad allenarsi a parte, senza staff tecnico e medico a disposizione. I due, da poco sono stati definitivamente messi fuori rosa e senza stipendio perché la società non riesce a mantenere gli impegni economici presi in estate.
Il declino di Alessio Cerci
Alessio Cerci, attaccante italiano nato a Velletri il 23 luglio 1987, ha avuto il suo momento di grazia nelle due stagioni in granata con il Torino, allora allenato da Gianpiero Ventura.
Con la maglia del Toro l'esterno offensivo di fascia destra, mancino di piede, in 72 presenze collezionò 21 reti. Si arriva così all'estate 2014 quando il calciatore, che ormai al Torino aveva conquistato tutti i tifosi, vuole volare in Spagna, "nel calcio che conta" (definito cosi dal calciatore), all'Atletico Madrid, dove colleziona soltanto 6 presenze tra campionato e coppa. Un avventura in Spagna con episodi al limite del ridicolo, visto che il calciatore veniva spesso mandato a riscaldarsi durante le partite per poi risedersi in panchina senza essere mandato in campo. Ritorna in Italia, al Milan, in prestito dall'Atletico Madrid, dove colleziona 29 presenze, spesso da subentrato e siglando soltanto una rete.
Per lui un esperienza anche nel Genoa, dove continua a non convincere (11 presenze e 4 goal), prima di ritornare in Spagna, sempre nell'Atletico Madrid di Simeone. Lì soltanto una presenza prima di essere ceduto al Verona. Nella squadra gialloblu l'esterno destro torna a giocare con frequenza: sono infatti 24 le presenze ma soltanto 3 goal.
A fine stagione, la squadra veronese retrocede in Serie B e lui, insieme al difensore francese Thomas Herteaux, decide di andare a giocare in Turchia, nell'Ankaragucu, dove colleziona 10 presenze prima di essere messo fuori rosa.
L'errore più grave
L'errore più grave dell'esterno offensivo è stato evidentemente quello di andare via dal club granata, che lo ha sempre trattato bene, dove grazie a Ventura è riuscito a raggiungere anche la Nazionale, grazie alle buonissime prestazioni e al ruolo affidatogli dallo stesso tecnico granata.
Erano diventate suo marchio di fabbrica le sue discese, palla al piede, sulla fascia destra per poi accentrarsi e tirare con il sinistro, in stile Arjen Robben. Dopo il Torino, l'ex Primavera della Roma non è mai più riuscito a trovare il sorriso.