La trattativa per la cessione del Genoa potrebbe arenarsi prima ancora di entrare nel vivo. Lo rivela La Repubblica Genova, da cui emerge un accordo di riservatezza tra Enrico Preziosi e il fondo USA York Capital.

Sarebbe stata violata una clausola di riservatezza

La manifestazione d'interesse degli americani, dunque, è diventata di dominio pubblico, violando una clausola che prevede un esborso di circa tre milioni di euro. Nel frattempo, lo stesso quotidiano riporta le parole di Giulio Gallazzi, il manager bolognese che, insieme a Beniamino Anselmi, era ad un passo dall'acquisto del club più antico d'Italia nel 2017.

L'uomo d'affari felsineo era riuscito a coinvolgere partner importantissimi per risollevare il Genoa e attuare investimenti corposi al fine di valorizzare l'immagine e soprattutto potenziare la squadra. Durante la trattativa si lasciò scappare il sogno ambizioso di un Grifone da primi posti in classifica: d'altra parte, ad affiancarlo nel progetto rossoblu c'erano partner del calibro di Bybrook, un colosso nel mondo della finanza. Ma non solo: insieme a Giulio Gallazzi luccicava un profilo di prestigio assoluto, stimato dalle banche, con un'esperienza invidiabile. Stiamo parlando di Beniamino Anselmi, che al Genoa avrebbe dovuto occupare la poltrona di presidente.

Parla Gallazzi: 'Con noi il Genoa fu venduto prima di parlare'

Ancora oggi la coppia mastica amaro per l'acquisto sfumato all'ultimo respiro, ma emerge chiaramente come qualcosa sia andato storto nella lunga ed estenuante trattativa con Enrico Preziosi: "Quando ci interessammo al Genoa - spiega Giulio Gallazzi - scoprimmo dall'intervista del presidente che il club era già stato venduto e che sarebbe stata la sua ultima intervista da presidente.

In realtà noi dovevamo ancora sederci attorno ad un tavolo ed iniziare a parlare".

Per questo motivo, probabilmente, Gallazzi e Anselmi, convinti della buona fede di Preziosi, avevano cominciato ad assaporare l'ambiente del Ferraris, malgrado lo scetticismo generale dell'ambiente. Sì perché, dopo le scintille tra Preziosi e Gallazzi, molti tifosi, oltre allo stesso patron, avevano messo in dubbio la reale solidità di Sri Group, da cui sarebbe arrivato un budget da alta classifica.

In una delle sue rare uscite pubbliche, il manager felsineo aveva chiarito che il suo eventuale approdo al Grifone non sarebbe stato di certo di passaggio o per vivacchiare a metà classifica. L'uomo dei fondi puntava in alto e i suoi investitori, credendo pienamente nel progetto, erano disposti ad assecondare le sue richieste. Quindi l'offerta ufficiale per il Genoa, il rifiuto di Preziosi per una differente valutazione dei debiti e del parco giocatori. Poi la fumata nera e gli ulteriori tentativi fallimentari di Sri Group. Chissà se oggi Giulio Gallazzi sarebbe ancora disposto a fare un pensiero per il club più antico d'Italia.