Per tutti fu 'l'eroe di Monaco di Baviera'. La vita di Harry Gregg è stata segnata da quel maledetto 6 febbraio del 1958, quando un velivolo della British European Airways si schiantò nel suo terzo tentativo di decollo da una pista impraticabile all'aeroporto di Monaco di Baviera nell'allora Germania Occidentale. A bordo c'era la squadra del Manchester United, i 'Busby Babes' che tornavano dalla trasferta di Belgrado, dove grazie al pareggio sul terreno della Stella Rossa avevano regalato ai Red Devils la prima qualificazione della loro storia alle semifinali di Coppa dei Campioni.
Nella tragedia morirono 23 dei 44 passeggeri, tra cui 7 giocatori dell'United (un ottavo morirà qualche settimana dopo in ospedale), membri dello staff tecnico, giornalisti al seguito e componenti dell'equipaggio. Gregg fu tra i sopravvissuti, insieme a Bobby Charlton ed all'allenatore Matt Busby. Diverse persone che scamparono al rogo del velivolo furono salvate dal portiere nordirlandese, che tornò indietro nel disperato tentativo di estrarre dalle lamiere contorte i passeggeri, tra i quali il citato Charlton e Dennis Viollett. Harry Gregg è morto oggi, 17 febbraio 2020: aveva 87 anni.
Acquistato a peso d'oro, ma la sua carriera al Manchester non fu fortunata
Nato a Tobermore, nell'Irlanda del Nord, nel 1932, Henry 'Harry' Gregg aveva mosso i suoi primi passi calcistici nella squadra B del Linfield nei primi anni '50.
Successivamente il suo passaggio al Doncaster dal quale, nel dicembre 1957, venne prelevato dal Manchester United per la cifra di 23 mila sterline che in quel periodo rappresentava un vero record per l'acquisto di un portiere. Il destino lo mise dinanzi alla sua prova più dura pochi mesi dopo, il disastro di Monaco che certamente lo provò dal punto di vista umano.
La sua esperienza allo United in fin dei conti non sarà molto fortunata: 247 presenze dal dicembre del 1957 al 1966, con frequenti problemi fisici che, certamente, frenarono la sua carriera.
Nel suo palmares, comunque, figurano un campionato inglese nella stagione 1964/65, una Coppa d'Inghilterra nella stagione 1962/63 e due Community Shield nel 1957 e 1965.
Si trasferirà poi, anche qui con poca fortuna, allo Stoke Ciy nel 1966 ed appenderà le scarpette al chiodo al termine della stagione nel 1967.
Ai Mondiali del 1958 mise in fila anche il grande Yashin
Più fortunata in un certo senso la sua esperienza con la nazionale dell'Irlanda del Nord anche perché coincide con la prima storica qualificazione alla fase finale dei Campionati del Mondo. Un evento che in Italia ricordano molto bene, visto che i nordirlandesi sbarcarono in Svezia nell'estate del 1958 dopo aver eliminati gli azzurri nelle qualificazioni. Harry Gregg era tra i pali nel match disputato a Belfast il 4 dicembre 1957 (2-2) che doveva essere valido per le qualificazioni, ma venne poi declassato ad amichevole per il mancato arrivo dell'arbitro: di amichevole in realtà non ebbe nulla e passò alla storia come 'la battaglia di Belfast'.
Era invece assente nel gennaio successivo, quando l'Irlanda del Nord superando l'Italia 2-1 staccava il biglietto per il Mondiale di Svezia. Ed in quella kermesse iridata che avrebbe dato il via alla leggenda di Pelè, Gregg sarà votato come miglior portiere dai giornalisti presenti alla competizione, preferito anche al mitico Lev Yashin.
Sono le cose per cui Harry amava essere ricordato, piuttosto che per quanto accaduto in Germania. "Ho giocato a calcio - dirà in un'intervista del 2008 - e sono stato utile nei giorni buoni, ma anche spazzatura in quelli cattivi. Ma voglio che mi si ricordi per questo e non per qualcosa accaduta per caso".