Massimo Moratti oggi, 16 maggio, compie 75 anni. E per l'occasione ha deciso di fare un regalo al grande amore sportivo della sua vita, scrivendo una lettera piena di ricordi e di emozioni all'Inter.

Sotto la sua gestione, il club milanese ha conquistato 16 trofei, ma su tutti l'imprenditore resterà per sempre nella storia come il presidente del Triplete. E proprio dieci anni fa, nel giorno del compleanno del patron, la squadra allora guidata da Mourinho andava a vincere sul campo di Siena, mettendo in bacheca il 18° scudetto, ma soprattutto aggiungendo alla Coppa Italia vinta il 5 maggio contro la Roma il secondo tassello alla conquista dei tre trofei, completata con la Champions League del 22 maggio 2010.

Moratti ha aperto la sua lettera ricordando che l'Inter è sempre stata: "L'ultimo mio pensiero prima di addormentarmi". E si trattava di dolci fantasie sulle partite e sulle giocate dei campioni che indossavano la casacca nerazzurra. Ha continuato evidenziando che non ha mai vissuto il suo incarico da presidente come un "peso", e ha ricordato che anche nei momenti più difficili non si è mai arreso e ha sempre guardato al futuro con fiducia.

Il manager lombardo è stato una sorta di presidente-tifoso e lo ha confermato nelle dichiarazioni di queste ore. Ha rivelato che ha sempre cercato di seguire la Beneamata allo stadio perché lì almeno ci si può distrarre, ci si può confrontare con gli altri e lasciarsi trasportare dall'ambiente circostante.

A casa, invece, per lui è sempre stato più difficile guardare le gare. In solitudine ha spesso lamentato la mancanza di qualcuno con cui sfogarsi o arrabbiarsi, e in alcune circostanze, quando ha perso la pazienza: "Arrivavo persino a prendermela con il presidente, come avrebbe fatto un qualsiasi tifoso appassionato, pur sapendo benissimo che il presidente ero io".

Moratti e la cavalcata in Champions del 2010: 'Kiev e Londra due tappe fondamentali'

Pensi al Triplete e non puoi non pensare alla Champions League. Infatti Massimo Moratti è tornato sulla cavalcata - per niente scevra di ostacoli - che l'Inter di Mourinho ha fatto quell'anno fino alla vittoria di Madrid del 22 maggio ai danni del Bayern Monaco.

L'ex proprietario della società milanese ha scritto che i due successi fondamentali sono stati quello sofferto di Kiev e quello di Londra in casa del Chelsea.

La sfida in Ucraina non si presentava per niente agevole perché già in passato la squadra nerazzurra aveva dovuto rinunciare sul campo della Dinamo Kiev ai suoi sogni del passaggio al turno successivo di Champions League, ma anche perché in quel periodo vi giocava Shevchenko, che ai tempi del Milan: "Ci aveva sempre dato parecchio fastidio".

A tal proposito, Moratti ha colto l'occasione per elogiare Diego Milito, decisivo non solo nella rete che diede il via alla rimonta degli uomini di Mourinho, ma anche in quella del definitivo sorpasso di Sneijder.

Invece il confronto con il Chelsea è stato definito dall'imprenditore 75enne: "La vera prova di maturità".

Ma una delle emozioni più grandi provate dall'ex massimo dirigente interista è quella legata alla semifinale di ritorno al Camp Nou contro il Barcellona. I ragazzi guidati dallo Special One persero per 1-0 ma, in virtù del 3-1 dell'andata, approdarono in finale. Il magnate lombardo ha scritto che proprio in quell'occasione, alla rete di Bojan Krkic che aveva portato i catalani sul 2-0: "Ho sentito una fitta al cuore".

L'ex presidente dell'Inter ha descritto quei momenti, dicendo che in quegli attimi era come se il tempo si fosse fermato, fino a quando non ha notato l'arbitro che ha indicato il calcio di punizione.

In quel momento ha capito che il goal era stato annullato, si è ripreso e, rivolgendosi al collega spagnolo Joan Laporta che stava ancora esultando, gli ha detto: "Lo hanno annullato".

L'addio a Mourinho dopo il trionfo di Madrid

Massimo Moratti, dopo aver ricordato tre persone care che non ci sono più e alle quali ha pensato tanto prima della finale di Champions League del 2010 (Giacinto Facchetti, Peppino Prisco e soprattutto il padre Angelo Moratti) nella sua lettera pubblicata sul sito ufficiale dell'Inter, ha rivelato come si è consumato l'addio a José Mourinho.

Entrambi si sono incontrati a cena a casa dell'allora patron due giorni dopo la conquista del Triplete. Per l'occasione, l'allora numero uno della società milanese ha voluto fare un regalo gradito allo Special One: gli ha fatto trovare al centro del tavolo la Champions League "nella quale entrava alla perfezione un regalo straordinario; il mio nipotino nato da poco".

Durante la serata, tutti e due con affetto hanno affrontato l'argomento del passaggio dell'allenatore portoghese al Real Madrid, una volontà ormai nota a tutti, ma di cui entrambi non avevano ancora parlato in precedenza "perché era giusto così".

La dichiarazione d'amore all'Inter e la società attuale

Nelle battute conclusive della sua lettera, Massimo Moratti ha parlato dell'attuale proprietà dell'Inter. Ha evidenziato che adesso alla guida del club c'è una famiglia che condivide la stessa passione per i colori nerazzurri. Il presidente Steven Zhang gli ha detto più volte di essere orgoglioso di poter ricoprire quest'importante carica: "È giovane, intelligente e sensibile - ha scritto l'ex patron - ed è interista".

Infine è arrivata la descrizione di cos'è e cosa rappresenta l'Inter per tutti i tifosi: "C'è una sola parola che può descrivere al meglio gli interisti, innamorati". E, proseguendo con le sue parole, Moratti ha aggiunto: "Il nostro è un amore incondizionato per i colori nerazzurri. Sarà così per sempre".