Lazio e Nazionale. Diverse tonalità dello stesso colore: il celeste e l'azzurro. Eppure rappresentazioni così lontane di diverse carriere calcistiche. Sono tantissimi, infatti, i giocatori ad aver trovato posto nel firmamento biancoceleste che poi in Nazionale hanno faticato per i più disparati motivi. Dalla controversa relazione calcistica tra Vittorio Pozzo e Fuvio Bernardini, fino alle panchine che Mancini sta riservando a Ciro Immobile. Una storia di liti ed esclusioni eccellenti che vede in Alessandro Nesta un'eccezione.

Immobile e Acerbi

Ciro Immobile e Francesco Acerbi sono solamente gli ultimi in ordine cronologico iscritti a questa classifica.

L’attaccante di Torre Annunziata, pur essendo il giocatore con un maggior numero di gol all’attivo tra i convocati azzurri, viene spesso relegato in panchina. O, comunque, costretto a una staffetta con Belotti, che, numeri alla mano, non sta dando particolari risultati. Ancora ieri sera, al ritorno della tinta azzurra dopo il lockdown, la Scarpa d’oro 2020 ha trovato posto solamente in panchina. Salvo poi entrare a un quarto d’ora dalla fine quando l’ossigeno per i compagni di squadra era quasi terminato. Forte dei suoi 36 gol in Serie A nella passata stagione, Immobile ha raccolto grande seguito anche all’estero. Per molti, anche al di fuori del nostro paese, appare impossibile che l’Italia, avendo un attaccante prolifico come il laziale, non lo consideri un titolare inamovibile.

Discorso leggermente diverso per Acerbi. Il centrale difensivo ha spesso giocato titolare nella gestione Mancini (complice anche l’infortunio di Chiellini). Nella partita con la Bosnia di ieri sera, però, la sua presenza nell’undici titolare è balzata agli onori delle cronache per un errore degli assistenti del commissario tecnico: un’errata compilazione della distinta consegnata alla UEFA (con conseguente impossibilità di cambiarla per regolamento) ha favorito la presenza di Acerbi al fianco di Bonucci in luogo di capitan Chiellini.

Manuel Lazzari: l'incompreso

"Speeds" Lazzari, come lo chiamano a Roma, ha siglato il gol d'apertura nella partita di ieri. Non a Firenze, bensì ad Auronzo di Cadore dove si trova la Lazio. Per l'ennesima volta è, infatti, rimasto fuori dai convocati (ben 37) del ct Roberto Mancini. Un altro lampante esempio di come un giocatore in rampa di lancio, propositivo e con una media di rendimento alta e molto costante nel club non venga attualmente considerato in Nazionale.

La versione data più volte a difesa di questa decisione è che l'esterno laziale non sarebbe adatto a ricoprire i tanti compiti difensivi che il Commissario Tecnico chiede ai terzini del suo 4-3-3. L'unica opportunità concessagli risale a più di un anno e mezzo fa.

Da Chinaglia a Signori, con l'unica eccezione chiamata Alessandro Nesta

Dal suo debutto ad oggi, la nazionale italiana ha potuto contare su 49 calciatori della Lazio, per un totale di 435 presenze. Il primo giocatore ad essere convocato fu Fulvio "Fuffo" Bernardini. Poi Silvio Piola vinse da protagonista la Coppa del Mondo del 1938 e Furiassi, Remondini e il sempiterno Sentimenti IV vennero convocati per i Mondiali brasiliani del 1950.

Il 1974 fu invece l'anno del primo, storico, scudetto biancoceleste. E l'allora ct della nazionale, Ferruccio Valcareggi, non potè esimersi dal convocare per i Mondiali in Germania Giuseppe Wilson, Luciano Re Cecconi e, soprattutto, il bomber Giorgio Chinaglia. Proprio l'attaccante, però, al culmine della sua carriera, si rese protagonista di un litigio che porrà la parola "fine" definitiva alla sua esperienza in azzurro. Tutto scoppiò quando il laziale fu sostituito da Valcareggi durante la partita contro Haiti per lasciare posto a Roberto Bettega: Giorgio non la prese bene, per usare un eufemismo, e con un gesto mandò (in diretta internazionale) a quel paese Valcareggi, e da quel momento in poi non fu più convocato in nazionale.

Fino agli anni '90 nessun altro giocatore biancoceleste si rese meritevole della chiamata tra i grandi d'Italia.

Nel 1994, invece, furono tre i giocatori chiamati da Arrigo Sacchi per prender parte ai Mondiali negli Usa: Casiraghi, Marchegiani e Signori. Il Commissario Tecnico non si fa molti amici in quella nazionale e, poco prima della finale, rompe con Giuseppe Signori. Alla vigilia, infatti, Roberto Baggio è in dubbio per la sfida con il Brasile e Signori, capocannoniere della Serie A, sarebbe pronto a prendere il posto del divin codino. Eppure per i dogmi di Sacchi lui è un esterno sinistro nel 4-4-2. Risultato? Esclusione dell'attaccante, che non gioca neanche un minuto nella finalissima.

Flebili fortune ebbero anche giocatori biancocelesti come l'attuale ct, Roberto Mancini, Rocchi, Candreva, Negro, Favalli e Stefano Fiore.

Una positiva eccezione fu Alessandro Nesta. Il difensore nato e cresciuto nelle giovanili della Lazio è stato un punto di riferimento della Nazionale e non a caso è il laziale più presente di sempre, con 47 partite disputate solamente durante la sua esperienza nella squadra della Capitale.