La 152^ sfida stracittadina fra Torino e Juventus si è conclusa in parità col punteggio di 2-2, al termine di una gara avvincente, fatta di rimonte, tensione e palpitazioni per tutti i 90 minuti, come un derby che si rispetti. Il risultato non fa contenta nessuna delle due squadre, almeno per quanto concerne la classifica, e lascia sensazioni, emozioni, certezze e dubbi diversi ora che si entra nel momento clou della stagione, in cui ogni partita vale una finale e ogni punto lasciato per strada può rappresentare un addio ai sogni delle rispettive società.

Juve imprecisa

Il gol al minuto 79 di Cristiano Ronaldo toglie dagli impicci la squadra bianconera, che ha dimostrato ancora una volta di non riuscire a rimanere concentrata in maniera costante e continuativa per tutti i 90 minuti. Il punto conquistato è un bottino molto misero se si guarda alla classifica, perché il Napoli, con la vittoria contro il Crotone, ha raggiunto gli uomini di Pirlo a quota 56 punti, in attesa del decisivo scontro diretto di mercoledì 9 aprile.

Eppure la partenza della Juventus è stata ottima, con un ispiratissimo Chiesa, sempre più uomo decisivo e unica fonte di brio in una manovra che continua ad essere estremamente lenta e prevedibile, che al minuto 13 chiude una bella triangolazione con Morata siglando il gol del vantaggio con un preciso sinistro che s'infila sotto le gambe di Sirigu.

Come spesso accaduto in questa difficile stagione, la Juventus però, dopo aver sbloccato la partita, stacca completamente la spina, iniziando a commettere una serie di errori soprattutto tecnici che si rivelano fatali per il prosieguo della partita, e i due gol del Toro ne sono l'ennesima lampante dimostrazione: già prima della mezz'ora, i granata trovano il pareggio con Sanabria che è lesto a insaccare di testa il pallone dopo una respinta centrale di Szczesny.

Solo verso la fine del primo tempo, la Juventus ritorna ad affacciarsi dalle parti di Sirigu, il quale è reattivo su un pericoloso colpo di testa di Morata.

L'inizio del secondo tempo della Juventus è da incubo perché riaffiorano i fantasmi che la squadra di Pirlo si porta dietro ormai da troppo tempo e sono perfettamente sintetizzati nel gol del 2-1 del Torino: Kulusevski, autore di una prestazione sottotono, rivive il déjà vu della partita casalinga con la Lazio con un passaggio verso il centro del campo inopinato che trova come destinatario non un compagno, ma Sanabria che si lancia verso la porta bianconera e, nonostante De Ligt riesca a farlo defilare sulla sinistra, trova uno spazio decisivo sul primo palo, coperto malamente dal portiere polacco, e va in gol.

Subito lo svantaggio, la Juventus è ovviamente costretta a rovesciarsi con foga nella metà campo avversaria, ma azioni confuse e una grande applicazione tattica degli uomini di Nicola, sia centralmente che sugli esterni, fanno sì che i bianconeri fatichino a costruire vere e proprie palle gol e, infatti, il pareggio arriva solo grazie a una disattenzione della difesa granata che si perde Ronaldo sul secondo palo, col portoghese che da vero rapace insacca di testa un assist di Chiellini. Dopo diversi minuti in attesa del check del Var, il gol viene convalidato e la Juve tira un sospiro di sollievo, che si trasforma poi in grande rammarico quando al minuto 83 Sirigu compie una prodezza, riuscendo con la punta delle dita a deviare un bel tiro da fuori area di Bentancur sul palo, spegnendo di fatto le velleità di una rimonta della squadra bianconera.

Cuore Toro

Emozioni assolutamente diverse quelle vissute dalla squadra di Nicola, beffata dal solito asso portoghese, dopo una prestazione collettiva assolutamente ottima, sia dal punto di vista tattico, che soprattutto mentale. Sì, perché il Torino ha avuto per tutti i 90 minuti l'atteggiamento giusto che deve caratterizzare una partita come il derby: attenzione, cattiveria agonistica, impegno e sacrificio. Non a caso, la squadra non si scompone dopo il gol subito all'inizio, anzi, prende possesso della partita, riuscendo a mettere in difficoltà la Juventus soprattutto sulla fascia sinistra dove un incontenibile Ansaldi supera con facilità un osso duro come Cuadrado e fa spiovere traversoni al centro dell'area, e con gli inserimenti delle mezz'ali Verdi e Rincon che fanno valere la qualità e la superiorità numerica nei confronti del centrocampo della Juventus.

Mattatore della serata non può che essere Antonio Sanabria, il paraguaiano arrivato in questa sessione invernale del mercato e già autore di quattro reti in cinque partite.

La strada verso la salvezza è ancora ardua, ma la squadra del presidente Cairo esce sicuramente soddisfatta da questo derby, avendo dimostrato di avere idee tattiche che possono rivelarsi decisive in queste ultime giornate.