L'idea Superlega è ancora in piedi. Almeno per le tre squadre che continuano a mantenere una linea dura nei confronti dell'Uefa: Juventus, Barcellona e Real Madrid. Da qualche ora è invece ufficiale il reintegro, da parte del massimo organismo del calcio europeo, delle altre nove società che si erano rese disponibili alla creazione della Superlega stessa: Inter, Milan, Atletico Madrid, Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham. Mentre i bianconeri e le due squadre spagnole rimaste fanno sapere che non molleranno affatto la presa, nonostante l'Uefa abbia già deciso di deferirle ad altri organi competenti.

La separazione in due fronti distinti dei club coinvolti nella Superlega si è fatta così sempre più netta.

Il reintegro Uefa

Dopo le 48 ore più pazze della storia recente del calcio, dalla nascita all'immediata sospensione del progetto Superlega, quelle 12 squadre fondatrici si sono divise in due gruppi ben distinti. Le sei inglesi coinvolte, l'Atletico Madrid e le due società milanesi hanno deciso così di fare marcia indietro. Hanno chiesto scusa ai propri tifosi e sono rientrati nell'Eca, l'associazione dei club europei. Nella serata del 7 maggio è arrivato il comunicato Uefa, in cui è stato annunciato il definitivo reintegro di queste nove squadre che non fanno più parte del progetto Superlega senza ripensamenti.

Ma non senza ricevere comunque qualche sanzione pecuniaria.

I nove club torneranno infatti nelle grazie dell'Uefa pagando una specie di multa da 15 milioni di euro per progetti legati ai bambini e al calcio giovanile, così come dovranno vedersi trattenere il 5% dei ricavi derivanti dalle coppe europee per una stagione. Se poi vorranno in futuro partecipare a una nuova competizione non autorizzata, allora riceveranno un'ulteriore sanzione da 100 milioni di euro.

Di fatto, dopo i vari passaggi burocratici per uscire a tutti gli effetti dalla Superlega, nell'atto costitutivo rimarrebbero così soltanto tre club e la Superlega stessa non esisterebbe più. Ma Juventus, Barcellona e Real Madrid non la pensano affatto così.

Le tre ribelli

La risposta delle tre squadre ancora convinte di poter realizzare il progetto Superlega non si è fatta attendere.

In un comunicato congiunto nella mattina dell'8 maggio hanno ricordato come i club fondatori hanno ricevuto e continuano a ricevere inaccettabili pressioni, minacce ed offese da terze parti, ovvero l'Uefa, per ritirarsi dall'idea proposta. Hanno anche ricordato che dal punto di vista giudiziario i club fondatori della Superlega non possono essere sanzionati in alcun modo dai massimi organismi del calcio europeo e mondiale. Juventus, Barcellona e Real Madrid non hanno alcuna intenzione di abbandonare la missione e non intendono cambiare idea. Hanno preso un impegno e lo vogliono mantenere fino all'ultimo, a differenza delle altre squadre.

La frecciata è chiara nei confronti delle nove società che sono state reintegrate dall'Uefa.

Quelle che ora si trovano in una posizione incoerente e contradditoria, secondo le tre ribelli. Così per onorare gli impegni presi nei confronti dei tifosi e degli stakeholder, Juventus, Barcellona e Real Madrid continueranno nel loro intento. La Superlega non può svolgersi perché non è una competizione autorizzata da Uefa e Fifa, ma secondo quelle tre società nemmeno è stato intavolato un canale adeguato di comunicazione per trovare una sorta di compromesso. Loro ci credono ancora e andranno avanti, nonostante la minaccia alle squadre coinvolte nella Superlega di esclusione da tutte le coppe europee per due stagioni sia già arrivata forte e chiara.