Se l'impresa non è riuscita a Buffon nel 2006 e a Neuer nel 2014, riteniamo quasi impossibile rivedere il Pallone d'oro assegnato a un portiere. L'unico a centrare l'impresa nel 1963 fu il "ragno nero", il leggendario Lev Yashin che trascorse l'intera carriera a guardia dei pali della Dinamo Mosca e collezionò 74 presenze della nazionale dell'Urss. Ci sono altri grandi estremi difensori che l'hanno sfiorato, altri ancora l'avrebbero comunque meritato, ma vennero scarsamente presi in considerazione dalla giuria. Se sei un portiere devi praticamente rassegnarti: anche in questo 2021 l'unico candidato tra i 30 scelti da 180 giornalisti di tutto il mondo è il nostro Gigi Donnarumma, motivo per cui nel corso degli anni sono stati creati altri premi appositamente confezionati per il ruolo del numero 1.

Nella storia del Pallone d'oro, tra coloro che sono giunti davvero a un passo, ci sono due leggende italiane come Zoff e Buffon.

La leggenda del 'ragno nero'

Non è mai esistito un portiere più iconico di Lev Yashin, l'ex operaio dell'industria pesante di Mosca che iniziò la sua carriera alla Dinamo Mosca, ma a difesa della porta della rappresentativa di hockey su ghiaccio. Successivamente, a causa dell'infortunio del portiere della squadra di calcio della Dinamo, Aleksej Chomic, ne divenne il titolare scrivendo la sua leggenda. In carriera vinse cinque campionati sovietici e tre Coppe dell’Urss con la Dinamo Mosca, un Campionato d’Europa e un Oro olimpico con la nazionale. Il Pallone d'oro come miglior calciatore europeo arriva nel 1963 al termine di una stagione assolutamente straordinaria.

E pensare che l'anno prima, dopo prestazioni non all'altezza della sua fama ai Mondiali in Cile, aveva meditato il ritiro.

Zoff secondo nel 1973, Buffon lo 'imita' nel 2006

Se parliamo di estremi difensori iconici non può certamente mancare all'appello il nostro Dino Zoff che ebbe la soddisfazione di arrivare secondo nel 1973 dietro "sua maestà" Johan Cruyff e davanti a gente come Gerd Muller e Franz Beckenbauer.

Il 1973 è l'anno della prima finale di Coppa dei Campioni della Juventus, sconfitta in finale dall'Ajax, ma anche quello della sua straordinaria imbattibilità in nazionale con 903' senza incassare reti (lo avrebbe portato fino a 1.142' nel 1974, ndr). Zoff avrebbe meritato di essere preso in considerazione anche nel 1982, l'anno del titolo mondiale dell'Italia in Spagna, ma a tal proposito la classifica premiò Paolo Rossi che, a conti fatti, venne insignito del Pallone d'oro per il suo straordinario exploit nelle gare contro Brasile, Polonia e Germania Ovest.

Per Gigi Buffon, invece, l'anno buono poteva davvero essere il 2006 quando, 24 anni dopo Madrid, l'Italia è risalita sul trono iridato. Il portierone della Juventus, però, fu "soltanto" secondo dietro il compagno di nazionale Fabio Cannavaro. Considerato il suo straordinario rendimento e la sua longevità, Buffon avrebbe potuto concorrere seriamente per il Pallone d'oro in altre circostanze ed è la dimostrazione di come sia davvero difficile vincere per un portiere.

Viktor e Neuer sul podio, nel 1976 e 2014

A tal proposito è emblematico il terzo posto di Manuel Neuer nel 2014, l'estremo difensore tedesco fu il valore aggiunto della Germania che si aggiudicò in Brasile il quarto titolo mondiale, ma nella classifica del Pallone d'oro si dovette accontentare del gradino più basso del podio dietro i due grandi fuoriclasse dei nostri tempi, Cristiano Ronaldo e Leo Messi.

Ma se parliamo di fuoriclasse, Neuer rappresenta più di ogni altro il prototipo e il maggiore potenziale sviluppato e ammirato tra i pali del suo ruolo in chiave moderna. Quasi quarant'anni prima di Neuer c'era stato un altro portiere al terzo posto del Pallone d'oro, Ivo Viktor che difendeva i pali del Dukla Praga e della nazionale cecoslovacca campione continentale a Belgrado nel 1976. La classifica riguarda appunto l'anno del titolo europeo di Panenka e compagni, Viktor si vide sopravanzare da Franz Beckenbauer e Rob Rensenbrink.

I premi per i portieri

E visto che il Pallone d'oro tra i guanti dei portieri è pura utopia, salvo Yashin nel 1963, nel 1987 la International Federation of Football History & Statistics (IFFHS) istituì il premio del World's Best Goalkeeper, riconoscimento al miglior portiere del mondo che è finito nelle mani dei più forti estremi difensori in oltre trent'anni di calcio giocato, a iniziare dal monumentale belga Jean-Marie Pfaff che vinse la prima edizione, di un altro grande sovietico come Rinat Dasaev nel 1988 o del nostro Walter Zenga che se lo aggiudicò per tre anni consecutivi dal 1989 al 1991, filotto che poi sarebbe stato superato dallo spagnolo Iker Casillas, premiato per cinque anni di fila dal 2008 al 2012.

Tra i plurivincitori non possono mancare Buffon e Neuer, cinque vittorie a testa anche se non consecutive per entrambi, il paraguaiano José Luis Chilavert premiato in tre edizioni ed è l'unico sudamericano insieme al brasiliano Alisson che vinse nel 2019. Poi il tedesco Oliver Kahn (tre affermazioni) e il danese Peter Schmeichel (2 vìttorie). Nell'albo d'oro altri due belgi insieme a Pfaff, Michel Preud'homme e Thibaut Courtois, il tedesco Andreas Koepke, il francese Fabien Barthez e il ceco Petr Cech. Dal 2019, inoltre, contestualmente al Pallone d'oro, France Football assegna il "Trofeo Yashin" riservato esclusivamente ai portieri che, nella sua unica edizione (quella del 2020 è saltata per la pandemia), ha visto l'affermazione di Alisson.