La Juventus sta facendo i conti con la sentenza dalla corte federale che lo scorso venerdì 20 gennaio ha inflitto ai bianconeri 15 punti di penalizzazione nella classifica di Serie A in seguito al caso delle plusvalenze fittizie. La società bianconera ha già preannunciato ricorso al Collegio di garanzia del Coni, ma prima attende di leggere le motivazioni della sentenza.
Su questo tema è recentemente intervenuto anche l'amministratore delegato di Exor (la holding controllante il club bianconero) John Elkann, il quale in un'intervista a "La Stampa" ha confermato la volontà della società juventina di volersi difendere nelle sedi opportune, anche per tutelare i propri tifosi.
Elkann (Exor) conferma di essere pronto a tutelare gli interessi della Juventus e dei tifosi
"L'ingiustizia di questa sentenza è evidente, in molti l'hanno rilevato, anche di fede non bianconera, noi ci difenderemo per tutelare i tifosi della Juventus e tutti quelli che amano il calcio", sono queste le dichiarazioni di John Elkann al quotidiano torinese.
L'amministratore delegato della Exor ha poi proseguito: "La Juventus non è il problema, ma è e sarà sempre parte della soluzione".
Inoltre Elkann ha sottolineato i problemi complessivi del sistema-calcio italiano: "Qui è in gioco è in gioco il futuro della Serie A, che sta diventando marginale e irrilevante. Spero che insieme alle altre squadre e al Governo possiamo cambiare il calcio nel nostro paese".
Il processo alla Juventus e il ricorso
La Juventus intanto sta aspettando le motivazioni ufficiali della sentenza nella quale la Corte federale d'appello ha inflitto 15 punti di penalizzazione ai bianconeri, per poter poi avanzare formalmente il ricorso al Collegio di garanzia del Coni
Secondo quanto trapela sui media in questi giorni la Juventus, nella propria strategia difensiva, punterà sull'inammissibilità del ricorso che ha portato all'apertura del nuovo processo sulle plusvalenze: in particolare i bianconeri sostengono che la procura della Figc non abbia rispettato le tempistiche per la richiesta di revoca per la questione plusvalenze.
Infatti gli avvocati della società torinese ritengono che la procura della Figc abbia chiesto gli atti il 27 ottobre e quindi (vista la scadenza prevista di 30 giorni) avrebbe dovuto presentare la richiesta di revoca entro il 26 novembre. Invece il procuratore Chiné avrebbe comunicato di aver ricevuto gli atti il 24 novembre, con conseguente richiesta di revoca fatta il 22 dicembre. Su questa differenza di date potrebbe basarsi la strategia difensiva del club torinese.