La polizia avrebbe consigliato ai genitori di Benno Neumair di richiudersi in casa durante la notte al fine di mettersi al sicuro da eventuali comportamenti violenti del figlio. A rivelarlo è la cronaca locale che ha seguito il caso fin dall'inizio. Benno, 30 anni, è detenuto nel carcere di Bolzano con l'accusa di aver ucciso la madre Laura Perselli (68 anni) e il padre Peter Neumair (63 anni) e di averne gettato i corpi nelle acque del fiume Adige. Il giovane ha confessato l'omicidio.

Benno considerato 'persona instabile'

Nel corso delle lunghe e delicate indagini sulla scomparsa e sulla morte dei coniugi Neumair sono emersi diversi particolari, anche inquietanti, sulla personalità di Benno.

Il giovane supplente la scorsa estate, mentre si trovava a Neu-Ulm in Germania, avrebbe avuto una crisi psicotica, durante la quale avrebbe minacciato la ragazza con la quale conviveva con un coltello. Per questo episodio, il trentenne subì un ricovero coatto e il personale medico-sanitario che lo visitò gli diagnosticò una schizofrenia paranoide.

Una volta dimesso, il giovane è tornato ad abitare con i genitori a Bolzano, nella villetta di via Castel Roncolo. Qui il 30 luglio 2020 avrebbe avuto una nuova crisi e la centrale del 118, allertata, chiamò a intervenire, presso la residenza dell'indagato, la squadra volante della questura altoatesina. Il 30enne, nel rapporto, venne descritto come come persona instabile, che rifiutava qualsiasi tipo di collaborazione con i sanitari.

E, proprio in quell'occasione, i poliziotti consigliarono a Laura Perselli e al marito Peter Neumair di chiudersi a chiave nella loro stanza durante le ore notturne. In questo modo, infatti, sarebbero stati al sicuro da eventuali comportamenti potenzialmente fuori controllo e pericolosi del figlio.

Benno e la dipendenza dai farmaci

La sorella minore di Benno, Madé, nei giorni scorsi ha rilasciato una dichiarazione alla trasmissione Rai Chi l'ha visto?. La giovane, che vive in Germania dove lavora come medico, ha ripercorso il rapporto con il fratello e ha spiegato che fino a una decina di anni fa, fra di loro, non c'erano problemi.

Anzi, il loro legame era molto buono. Poi, però, le cose erano cambiate ed erano iniziati i problemi.

Stando al racconto della ragazza, Benno, all'epoca studente a Innsbruck, lasciato da una fidanzata si sarebbe "gettato" nel mondo del body building e avrebbe cominciato a fare uso di ormoni, come il testosterone. Da quel momento, il carattere del supplente sarebbe iniziato a cambiare e così il suo rapporto con i famigliari. "Da medico - ha spiegato Madé - posso affermare che queste sostanze possono provocare un cambiamento della personalità". Sempre a suo dire il trentenne, nonostante il parere contrario dei suoi famigliari, continuava a procurarsi quei medicinali falsificando, di suo pugno, le ricette.

Dopo la notizia dell'ammissione di responsabilità di Benno, Madé, in una lettera aveva preso le distanze dal fratello sottolineando di non credere a un suo pentimento. "Ci vuole ben poco a capire - ha precisato - che la sua confessione, resa subito dopo il ritrovamento del corpo di una delle sue due vittime, fosse solo un passo dovuto al quadro indiziario a suo carico".