Non capita sempre che un certo numero di comuni decidano di fondersi per formare un ente di dimensioni maggiori. In Calabria un tale avvenimento finora era avvenuto solo una volta, nel 1968, quando, in provincia di Catanzaro, i comuni di Nicastro, Sambiase e Sant'Eufemia si unirono per costituire quella che oggi tutti conosciamo come Lamezia Terme. Il 26 marzo 2017, in questo senso, può essere dunque considerata una data storica per la punta dello Stivale. Proprio in questo giorno, infatti, si è svolto il referendum che ha decretato la fusione di quattro (o cinque) comuni in provincia di Cosenza.
In Calabria nasce Casali del Manco
Il referendum in questione, che riguardava i comuni di Serra Pedace, Casole Bruzio, Pedace, Trenta e Spezzano Piccolo, chiedeva ai cittadini di accettare o rifiutare la proposta di fusione tra questi cinque municipi. Solo a Spezzano Piccolo si è vista una vittoria del No, seppur di strettissima misura. Negli altri quattro municipi si è avuta una supremazia più o meno netta dei Sì. Di seguito riportiamo i risultati del referendum in dettaglio:
- Casole Bruzio, 652 Sì, 642 No;
- Pedace, 702 Sì, 213 No;
- Serra Pedace, 321 Sì, 128 No;
- Trenta, 760 Sì, 224 No;
- Spezzano Piccolo, 471 Sì, 481 No.
Sempre gli elettori hanno deciso che il nuovo comune prenderà il nome di Casali del Manco, denominazione che ha avuto la meglio su "Villa Brutia" e che ha radici storiche, poiché la zona interessata un tempo era nota come la "Manchìa".
Se per i quattro comuni in cui il Sì ha vinto non ci sono dubbi, resta da chiarire la posizione di Spezzano Piccolo. La situazione del piccolo centro è ora nelle mani della Regione Calabria, che, entro 18 giorni, dovrà decidere se annettere Spezzano al neonato comune o lasciare la situazione così com'è, dando il via libera all'accorpamento degli altri quattro centri.
L'altro referendum in Calabria
Quello della presila non è stato l'unico referendum tenutosi in Calabria domenica 26 marzo. A Ricadi, infatti, si votava per un possibile cambio di denominazione in "Ricadi - Capo Vaticano". In questo caso a vincere sono stati i No, che sono stati 1086 a fronte dei 999 Sì. Il centro in provincia di Vibo Valentia mantiene dunque l'attuale denominazione, che non comprende la famosissima località, meta delle vacanze di tanti turisti, che si trova all'interno del territorio comunale.