Qualche giorno fa la campionessa russa del salto con l'asta, Yelena Isinbayeva, aveva rilasciato delle dichiarazioni inaspettate sulla legge anti-gay approvata a giugno in Russia.

L'atleta aveva detto: "Noi russi siamo normali, i ragazzi con le donne e le ragazze con gli uomini. Rispettate le nostre leggi. Forse siamo un popolo diverso da quello di altri paesi, ma abbiamo le nostre leggi e vogliamo che gli altri le rispettino, perché noi all'estero lo facciamo."

Queste affermazioni avevano scatenato polemiche tra gli atleti, soprattutto tra chi come Emma Green, atleta svedese del salto in alto, aveva contribuito alla lotta contro la legge omofoba, dipingendosi le unghia di vario colore, proprio come l'arcobaleno, simbolo dell'amore gay.

Oggi la Isinbayeva fa marcia indietro e afferma di esser stata fraintesa. L'atleta russa ha infatti ribadito di essere contraria a qualsiasi discriminazione verso gli omosessuali e in un comunicato diffuso ieri afferma: "Lasciatemi dire nel modo più forte che sono contro qualsiasi discriminazione verso gli omosessuali che si basi sulla loro sessualità. L'inglese non è la mia prima lingua e credo di poter essere stata capita male quando mi sono espressa ieri. Ciò che volevo dire è che la gente deve rispettare le leggi degli altri Paesi, in particolare quando è invitata".

Nonostante le scuse per le affermazioni razziste, molti atleti continuano a criticare la russa: oggi a farlo è stata la campionessa britannica di eptathlon, Louise Hazel, che ha chiesto alla commissione olimpica internazionale di rivedere il proprio ruolo di ambasciatrice delle Olimpiadi della Gioventù.