Continuano gli interrogatori e le tristi curiosità nella vicenda legate alle due ragazzine di 14 e 15 anni che si prostituivano nella Roma-bene ai Parioli. Sono spuntati degli sms molto discutibili dal punto di vista del linguaggio e della loro crudezza. Sms come "Tu mi piaci, hai amichette giovani e io adoro le lolitine" sono da censura penale, anche perchè a scriverle ad una minorenne è una persona, un uomo, di oltre 30 anni.

Seguono decine di sms dello stesso tenore, anche quelli scritte da una delle due lolitine: "Mimmi ne abbiamo fatto uno solo", oppure ""Questo è un brutto panzone ciccione, levagli due piotte".

Discorsi che spesso sentiamo dire fra amici o amiche, in un bar o per strada, sono diventati di uso comune trascriverli via sms.

Intanto una delle due ragazze ha capito l'errore che ha commesso e si è sciolta come prassi vuole in un lungo pianto durante l'interrogatorio che l'ha vista protagonista, suo malgrado, affermando fra le lacrime di voler solo tornare a scuola, incredula per la posizione presa dalla madre in tutta la vicenda, la quale, come già detto in un precedente articolo, ci marciava sopra, esortando la figlia in pratica a prostituirsi.

Infatti a rischiare più di tutte è proprio la madre di una delle due ragazzine, che a breve sarà interrogata assieme al cliente e ai tre organizzatori del giro in attesa quindi  d'interrogatori di garanzia. 

Parole dure quelle delle due ragazzine e un linguaggio da donne vissute non certo da ingenue.

Le due giovani venivano anche indicizzate dai loro protettori con queste parole dure: "Ti devi sbrigare, ti fai venire a prendere e vieni qua, altrimenti con me hai chiuso. Micia io ci lavoro con questa roba, siete poco precise: adesso devi farti questo, ha staccato dal lavoro, ci porta duecentocinquanta euro, di cui una piotta e mezza è mia perché la casa la sto pagando io, vieni, te lo fai e te ne vai".

Una storia davvero turpe. Della quale seguiremo l'evolversi.