Ha subito un'improvvisa accelerata la vicenda legata al gruppo collettivo punk russo delle PussyRiot che si trovavano in carcere in Russia dall'agosto del 2012, dopo essere statearrestate e condannate a due anni, per una preghiera anti-Putin, che era statadefinita come blasfema.

Ha ottenuto il via libera per lasciare il carcere di NizhniNovgorod e già oggi potrebbe ritornare a casa, Maria Alyokhina, la leader del gruppo. La notizia è stata confermata dall'avvocato dellaventicinquenne russa, Peter Zaikin ad un'agenzia di stampa. Immediatamente unafolla di giornalisti si è formata davanti alla stazione dei treni della cittàdel carcere dov'era rinchiusa per aspettarne l'arrivo.

Maria ha subito dichiarato che la sua liberazione è solo un'operazionedi facciata e ha annunciato che a breve incontrerà un gruppo di difensori deidiritti umani. È attesa ad ore la liberazione di un'altra componente del gruppo Nadezhda Tolokonnikova, chestava scontando la pena in un ospedale carcerario in Siberia.

La terza Pussy Riot condannata, Yekaterina Samucevic era già stata invece scarcerata con lacondizionale l'anno scorso. Il collettivo era nato nel 2011 nello stesso giorno dellarielezione di Putin come primo ministro. Le componenti del gruppo (formato da circa 10 donne) siesibivano mascherate e i loro spettacoli avevano una matrice fortementepolitica, con espliciti attacchi alla politica di Putin e ai presunti broglicon cui avrebbe ottenuto e mantenuto il potere.

L'arresto di 3 esponenti delle Pussy Riot, avvenuto dopo l'ultima performance nella cattedrale ortodossadi Cristo Salvatore a Mosca, aveva suscitato grande interesse mediatico e la presadi posizione di organi di stampa internazionali che rimproverano a Putin "l'eliminazioneforzata" di ogni forma di dissenso nei suoi confronti e una condanna esageratadelle tre donne rispetto al reato commesso.

Il primo ministro russo si è sempre difeso sostenendo che ilclamore della vicenda era nato per danneggiare la sua immagine e che avrebbecercato di gestire le decisioni successive alla condanna, con un atteggiamentodi clemenza.