Lidia Gabellini, questo è il nome dell'avvocatessa riminese che i giornali hanno riportato e che è stata arrestata per aver svuotato i depositi dei suoi assistiti. Infatti il tribunale l'aveva nominata amministratrice di sostegno di persone deboli. Tra le sue vittime il clochard Andrea Severi, un senzatetto che nel 2008, mentre dormiva su una panchina, quattro giovani cosparsero di benzina dandogli fuoco. Si salvò per miracolo e nel 2010 fu risarcito dai famigliari dei ragazzi con un assegno di 190.000 euro. Nel mirino dell'avvocatessa anche un giovane invalido a cui ha prosciugato il conto con 20.000 euro.
Questo in poco più di venti mesi.
Ora per il clochard che percepisce 271 euro di pensione mensili c'è la possibilità che venga sfrattato dall'abitazione in gestione all'Acer in quanto non sono stati versati 10.000 euro d'affitto. Così, dopo il danno anche la beffa.
A denunciare l'avvocatessa alla Procura è stato il padre del ragazzo invalido, che, dopo aver controllato i conti del mese di agosto 2013, dove risultavano depositati 20.000 euro, alla verifica di settembre, risultavano depositati solo 9 euro. Chiesto spiegazioni all'avvocatessa, aveva risposto che quei soldi erano stati spostati su di un altro conto. La scusa non ha tenuto e di conseguenza la denuncia.
Ora la professionista, dopo aver confessato, si trova in carcere, ma come dice il suo avvocato, potrebbe andare agli arresti domiciliari, in quanto, è madre di una bambina di appena sei anni, ed inoltre, da quanto si legge, l'avvocatessa che non mostrava sintomi di alcuna patologia, in realtà, è in cura da anni presso uno psichiatra per un disturbo di natura psichica, manifestatosi dopo la nascita della figlia, per cui, non è da escludere il fatto che la difesa chieda che venga sottoposta a perizia psichiatrica.
Ci sono rimasti male pure i suoi colleghi di lavoro che aveva salutato dopo la perquisizione, dicendo che sarebbe tornata dopo una decina di minuti, ma in qull'ufficio non è più ritornata. I suoi genitori, nel frattempo, hanno fatto sapere che sono pronti a risarcire quanto sottratto alle persone sottoposte sotto la sua tutela.