Sono passati oramai parecchi molti giorni da quel nero venerdì 17 gennaio che tanto hacondizionato e messo alle corde il ponente ligure e molti problemi, tra i qualiil treno intercity 660 deragliato adAndora, sembrano lungi dall'essere risolti. Il treno è ancora li, immobile,quasi a sfidare la gravità e le forti piogge che ancora in questi giorni nonstanno abbandonando quell'angolo di Liguria.
Ad oggi si parla ancora di ipotesi su come si provvederàalla rimozione del locomotore e dei vagoni in bilico. L'ultima possibilità èquella di rimuovere il treno via mare con l'utilizzo di una gru collocata suuna chiatta, non prima dell'eliminazione del terrazzo pericolante e la messa insicurezza della frana da parte dei tecnici RFI.
Tutto è però ancora alcondizionale in quanto nessuna operazione può essere iniziata fino a quando nonvi sarà il dissequestro dell'area da parte della Procura della Repubblica di Savona.
Intanto non cessano i disagi per i pendolari e viaggiatoriche sono costretti ad utilizzare il bus navetta che collega le stazioni di Diano Marina e Albenga, connotevole aumento dei tempi di percorrenza già di loro natura decisamente lunghia causa della presenza del binario unico.
E' di ieri l'iniziativa del Codacons di richiedere l'intervento dell'Esercito per rimuovere il treno e ripristinare la circolazionesenza arrecare ulteriore ingenti danni a imprese esercizi commerciali.
Nel frattempo il consiglio regionale della Liguria haapprovato all'unanimità un documento con il quale viene dato mandato al presidente Burlando di intercederepresso il ministro Lupi affinchè si possano sbloccare quanto prima i fondinecessari per il raddoppio della lineaferroviaria a monte tra Andora eFinale Ligure, opera incompiuta della quale si parla (e si spende) da piùdi quarant'anni. Che sia la volta buona?