Diciotto arresti sono stati eseguiti a Firenze con l'accusa di affiliazione camorristica. In manette sono finite diciotto persone affiliate ai clan dei Casalesi, precisamente alle famiglie Schiavone e Russo.

Due poliziotti agli arresti

Tra gli arresti figurano anche due poliziotti, uno in servizio presso la Camera dei Deputati e uno presso il Consiglio dei Ministri. Dei diciotto, tredici sono finiti già dietro le sbarre mentre cinque, tra cui i due poliziotti, sono stati posti ai domiciliari. Ai due membri delle forze dell'ordine è stata contestata l'accusa di aver riferito dati sensibili ai Casalesi estrapolandoli dai database della Camera.

Gli agenti sono Cosimo Campana, cinquantasettenne di San Pancrazio Salentino che prestava servizio presso l'ispettorato della Camera, e Franco Caputo, cinquantaseienne di Napoli membro dell'Ufficio tecnico logistico del Consiglio.

Le estorsioni

La Dda è riuscita a ricostruire estorsioni che il gruppo avrebbe commesso a danno di alcuni imprenditori. Gli inquirenti hanno riscostruito alcune delle vicende che vedono i diciotto protagonisti realizzare le estorsioni. Le richieste economiche erano variabili ed arrivavano ad un massimo di 10mila euro, ma mai scendevano sotto i 3mila euro. A quanto sembra dalle indagini però è scaturito che in una occasione si è arrivati a chiederne 40mila. Le azioni estorsive si svolgevano anche con violenze fisiche sui malcapitati.

Il tramite tra i clan e le vittime era un imprenditore, Stefano Di Ronza.

Legami con Scajola

Secondo i pm i due poliziotti posti ai domiciliari avrebbero intessuto rapporti anche con l'ex ministro Scajola, che sarà oggi interrogato dal pm Lombardo e dal sostituto della Dna Curcio, posto agli arresti all'interno dell'inchiesta Breakfast.