Poche le notizie che arrivano dal confine tra Siria e Turchia. Un'autobomba è esplosa al valico di frontiera siriano di Bab al-Salam, al confine con la Turchia. La detonazione sarebbe avvenuta in un parcheggio. Grave il bilancio. Almeno 29 civili sono morti, tra cui cinque donne e tre bambini. Nelle foto e i video diffusi dalle televisioni e giornali locali si vedono i resti della macchina esplosa. Le persone, che erano in attesa di attraversare il confine, in preda al panico e sotto shock hanno abbandonato i bagagli creando il caos.
Non è purtroppo la prima volta che la zona è oggetto di attentati.
Lo scorso febbraio nella stessa area vi fu un'esplosione in cui persero la vita 45 persone. Il confine siriano, in quell'area, è sotto il controllo di ribelli islamisti che sono in contrasto con i jihadisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante. Non è l'unico valico ad essere stato oggetto di attentati. Altri posti di frontiera con la Turchia sono stati colpiti dall'inizio dell'anno. A Bab al-Hawa nel nord-ovest, a gennaio due kamikaze si sono fatti saltare in aria, uccidendo altre 16 persone.
A riportare per primo la notizia è stato l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus). L'Osservatorio monitorizza dal 2007 le violazioni nel Paese. Più volte dall'inizio dell'anno ha denunciato oltre che i vari attentati che ormai si susseguono nelle varie regioni del Paese anche le condizioni a cui sono sottoposti i detenuti nelle prigioni siriane.
Il segretario di stato americano Kerry, in visita a Londra, intanto ha definito una "farsa" le prossime elezioni previste per il 3 giugno in Siria, voto che dovrebbe riconfermare Bashar al-Assad. Ieri la comunità cattolica dei fratelli Maristi ha chiesto al papa di levare un appello urgente a nome di tutte le popolazioni siriane, a prescindere dal loro orienatamento religioso, affinchè ad Aleppo sia ripristinata l'erogazione dell'acqua interrotta, secondo quanto afferma l'Osservatorio siriano dei diritti umani, da Al Qaeda.