La vicenda che vede protagonista il quotidiano spagnolo 'La Vanguardia' e che soli tre giorni fa ha portato la Corte europea a sentenziare 'il diritto all'oblio' oggi presenta risvolti che sembrano non poter essere controllati.

Conflitto tra la privacy e il diritto di cronaca

Da Google arriva l'allarme che in soli tre giorni le richieste di essere cancellati dal motore di ricerca sono una immensità e che spesso vanno in contrasto col diritto di stampa, di cronaca e di parola, si rischia insomma di incappare in una grande censura del web.

È noto che Google è il motore di ricerca più utilizzato della rete e che eliminare metà dei nominativi presenti sul motore comprometterebbe in modo pesante l'utilità della rete, la sua funzione e il diritto di cronaca. Dalla Corte europea arriva però la precisazione che in ogni modo si cercherà di non intralciare il lavoro giornalistico. Non è dello stesso parere l'amministratore delegato della società di Mountain View, che afferma "ci sono pervenute molte richieste" mettendo così a carico dell'azienda una mole di lavoro non indifferente e prosegue in merito alle implicazioni etiche: "sta nascendo un profondo conflitto tra il diritto di sapere e il diritto di essere dimenticato".

Un web della censura?

Un portavoce di Google afferma che per l'azienda "E' complicato delle revisioni precise sulle richieste che arrivano in sede" e che i tempi per una risposta precisa possono anche dilungarsi "per alcune settimane".

Il web verso la censura o verso l'oblio più completa o verso un motore di ricerca che ci dia soltanto ciò che gli altri vogliono?

Intanto resta ancora il dubbio insoluto sull'indipendenza del motore di ricerca sulle decisioni inerenti il diritto all'oblio, o, al contrario, sulla necessità dell'intervento di un magistrato per ogni richiesta. Così si attende se questa sentenza porterà alla protezione della privacy o verso un web della censura.