Donna crocifissa: caso già chiuso? Parrebbe di sì, almeno a giudicare dalle prime dichiarazioni ("Ormai sono finito!") di un disperato idraulico cinquantacinquenne che risponde al nome di Riccardo Viti che nei fatti potrebbe rivelarsi un mostro o un folle, fate voi.

Come avevamo anticipato nei giorni scorsi, il maniaco aveva commesso alcuni errori risultati fatali ma l'uomo, da quanto risulta secondo le informazioni in nostro possesso, avrebbe subito scelto la strada della collaborazione con le Forze dell'Ordine confessando anche fatti che non erano noti in quanto non erano stati oggetto di denuncia.





Bisogna precisare che le testimonianze di alcune prostitute rimaste vittime dei crimini di questa persona sono risultate decisive.



Riccardo Viti è stato tratto in arresto all'alba di venerdì 9 maggio 2014, nella sua casa di Firenze che è situata nelle vicinanze dell'ospedale di Careggi (luogo di provenienza del famoso scotch col quale legava le vittime dei suoi deliri). L'uomo ha una compagna, una donna non italiana che presta servizio proprio all'Ospedale.

La casa del Viti è stata ovviamente perquisita a fondo. Stessa sorte è toccata alla sua vettura, una Doblò di colore grigio di produzione Fiat che curiosamente era stata parcheggiata a due passi dalla caserma dei Carabinieri, forse proprio per ostentare sicurezza come spesso accade in casi simili. Non sappiamo dirvi di preciso se in tali occasioni è stato individuato materiale probatorio ritenuto importante a cristallizzare le responsabilità dell'uomo.



Secondo gli inquirenti sarebbe comunque lui il maniaco che aveva preso di mira le lucciole della zona e che ha ucciso Andrea Cristina Zamfir, solo 26 anni e una vita dura alle spalle, sotto un cavalcavia dell'Autostrada A1 a Ugnano, alla periferia della città, con modalità degne di un film di Dario Argento. Andrea Cristina resterà tristemente nella nostra memoria come la Donna Crocifissa anche se è improprio parlare di crocifissione.



"Viti è un tipo strano." dicono ora i vicini, ma naturalmente tali affermazioni banali lasciano il tempo che trovano. La verità è che è servono degli specialisti (psichiatri e affini) per tentare di entrare nella psicologia di un serial killer che agisce in modo così efferato. Solo nei prossimi giorni conosceremo la strategia difensiva dei legali che si occuperanno del caso Riccardo Viti.