Sembra che gli inquirenti abbiano ritrovato la prova che inchioderebbe Claudio Scajola. Gli investigatori della Dia sono convinti che la lettera, in formato, digitale scritta in francese, firmata dal leader delle Falangi libanesi, l'ex presidente Amin Gemayel, fosse indirizzata a Claudio Scajola in riferimento alla figura di Amedeo Matacena, dichiaratosi "addolorato e dispiaciuto per l'accaduto".

Decide di non rispondere al gip

Scajola recluso a Roma, presso Regina Coeli, si è rifiutato oggi di rispondere alle domande del gip durante l'interrogatorio di garanzia della giornata di ieri e tramite i propri legali ha fatto sapere di voler chiarire con i pm Giuseppe Lombardo e Francesco Curcio.

Nonostante i protagonisti della storia continuino a negare l'accaduto nella lettera si vede un chiaro riferimento a Matacena e alla necessità del suo trasferimento da Dubai a Beirut. Tra le prove incriminanti ad avvalorare a dare valore alla tesi scaturita dalla lettera è l'intercettazione di una conversazione tra Claudio Scajola e Vincenzo Speziale, nipote omonimo dell'ex parlamentare Pdl. Intanto la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, fa sapere che presto dirà la sua verità agli inquirenti.

Le intercettazioni con Speziale

Un incerto Scajola chiede esordisce chiedendo consiglio a Speziale: "Lì cosa devo dire?". Speziale risponde: "quando ci vediamo martedì ti dico tutto, perché nel frattempo che avranno giurato, io sono in contatto ed avvio subito la questione...

l'avevo detto, prima di fine febbraio non possiamo fare niente." Sembra, che Speziale sia l'intermediario giusto per tendere la mano verso Matacena.

La lettera da Beirut

"Mio caro Claudio - esordisce, si presume, Amin Gemayel nella lettera in dirizzata all'ex ministro dell'Interno - come mi ha spiegato il nostro amico comune comprendo bene che la questione ti tocca particolarmente.

Bisogna soltanto aspettare che si trovi un accordo per la formazione del nuovo governo - si continua nella lettera - La persona potrà beneficiare in maniera riservata della stessa posizione che attualmente ha a Dubai. Avrà un documento di identità. La questione - si conclude nella lettera - merita la massima attenzione e il mio incaricato - probabilmente in riferimento alla figura di Speziale - ti terrà informato".

L'aggravante mafiosa, che il gip non vede ma gli inquirenti si

Alto spettro che aleggia sul futuro di Claudio Scajola e quello dell'ndragheta, infatti, la procura di Reggio avrebbe giustificato l'aggravante mafiosa contestato, all'ex ministro, dagli inquirenti dichiarando che il "fatto commesso consapevolmente al fine di proteggere economicamente uno dei più potenti ed influenti concorrenti esterni della 'ndrangheta reggina". Tesi che secondo gli inquirenti dato "il complesso sistema criminale, politico ed economico, riferibile alla 'ndrangheta reggina, interessata a mantenere inalterata la piena operatività del primo e della galassia imprenditoriale a lui riferibile" e molto rilevante. Però, l'ex ministro al momento si vede salvo da queste accuse dato che il gip ha deciso di non contestare a Scajola l'aggravante per associazione mafiosa.