Carlo Lissi e Cristina Omes erano sposati da sei anni e vivevano in una zona residenziale di Motta Visconti: la donna, originaria del paese, lavorava come impiegata per la compagnia assicurativa Sai. Secondo chi la conosceva si trattava di una persona molto impegnata, in particolar modo con l'oratorio.

La coppia era descritta come "tranquilla e solare" e dunque l'ipotesi che l'assassino sia stato il marito non convince molti, in particolare il sindaco, convinto che possa essersi trattato di una rapina: "È da tempo che assistiamo a una escalation di reati a Motta Visconti, soprattutto furti in abitazioni.

Specialmente nelle villette. La gente non ne può più e pur avendo una stazione dei carabinieri ci sono solo sei militari che devono controllare quattro paesi e quindi si trovano in evidente sotto organico".

Ma grazie al lavoro dei Carabinieri, queste considerazioni si sono dissolte in fretta in una bolla di sapone... Carlo Lissi ha confessato nella notte l'orribile omicidio della moglie e dei suoi due figli  rispettivamente di soli 5 anni e di 20 mesi, ed ora, naturalmente, tutti a dire che lo immaginavano...non poteva essere stato altri che lui!

Quello che fa paura, ora, è la motivazione di un gesto simile.... Perchè?

Già, perchè? Carlo Lissi stesso, ce ne fornisce la chiave: si era innamorato di un'altra donna, dalla quale, dopo aver confessato i propri sentimenti, aveva ricevuto un rifiuto.

Ma può un uomo, ma soprattutto un padre, agire in questo modo perchè "infatuato" di un'altra donna?

Sicuramente a lui, in quel momento la sua famiglia, i suoi stessi figli, sono parsi un peso insopportabile, un ostacolo al raggiungimento dell'obiettivo, non capendo che con un gesto simile, l'unica strada che avrebbe imboccato sarebbe stata quella dell'inferno a vita.

Quello che a lui è parso un possibile gesto di liberazione dai vincoli della quotidianità e delle responsabilità, sarà, al di là delle sbarre, la sua prigione per sempre: come potrà mai liberarsi il cuore e la mente dalle immagini di quel film dell'orrore che lui stesso ha prodotto e realizzato, peraltro come un pessimo regista, tanto da cadere subito nelle contraddizioni dei racconti e dei fatti?

Come ha fatto a non calcolarne le conseguenze, a non rendersi conto che, in questo orribile modo, si sarebbe precluso per sempre la strada delle libertà: quella fisica, perché si spera che la giustizia lo assicuri per molto tempo dietro le sbarre di una prigione, ma ancor di più dietro le sbarre della sua coscienza, che lo costringeranno a vita a fare i conti con se stesso e con il resto del mondo, e che quel sogno d'amore e libertà dai vincoli familiari, non avrebbe potuto viverlo comunque. Resta un mistero il fatto, che con tutti i piani che avrà fatto, non abbia considerato proprio questo.