La giovane condannata lo scorso maggio a cento frustrate e all'impiccagione per apostasia e adulterio è atterrata all'aeroporto militare di Ciampino, alle nove e trenta. Il caso che aveva smosso la coscienza collettiva di tutti i Paesi dell'Ue e con quello di Boko Haram e delle studentesse rapite in Nigeria è finito anche nel discorso di apertura del semestre europeo di Mattero Renzi sembra ora arrivato ad una felice conclusione. La giovane Meriam Yehya Ibrahim era stata condannata per apostasia e adulterio all'impiccagione e a cento frustate. Il processo si è svolto a maggio, quando la donna era incinta di otto mesi ha partorito in cella.
Con lei ha passato parte di quella avventura nelle prigioni anche il figlio più grande Martin, di soli due anni. La sentenza di morte è stata poi annullata dalla corte d'appello ed è stata scarcerata il 23 giugno.
L'arrivo di Meriam a Ciampino
Sul volo della presidenza che ha accompagnato la ventisettenne in Italia viaggia con lei tutta la sua famiglia. Ad accogliere la famiglia della ragazza in Italia è stato il vice ministro degli Affari Esteri, Lapo Pistelli, che aveva già incontrato la giovane lo scorso 3 luglio a Khartoum, e il presidente del consiglio Matteo Renzi. Pistelli definisce l'avvenimento "una grande gioia" e poi prosegue affermando "Missione compiuta. Sono soddisfatto di tutto il lavoro che è stato fatto".
Continua affermando che "L'Italia ha seguito il caso dal primo giorno ed ora possiamo accogliere Meriam a Roma con la propria famiglia per regalarle un po' di tranquillità". Il vice ministro poi parla della possibilità che la ventisettenne possa incontrare presto papa Francesco "Sua santità è stato avvertito dell'arrivo della giovane in Italia.
Meriam e i due bambini potrebbero fare degli incontri importanti nei prossimi giorni". Roma per la giovane e la propria famiglia è solo un luogo di passaggio, infatti come afferma il vice ministro agli Affari Esteri, la giovane presto si trasferirà negli Stati Uniti dove porterà la sua storia.