California, Perù e Cile sono stati colpiti, nell'arco di poche ore, da terremoti di magnitudo tra 6.1 e 6.5 della scala Richter. Il primo, in California, di magnitudo 6.1, è stato registrato dal centro americano di geofisica Usgs ieri, alle 3,20 ora locale (le 12,20 in Italia), con epicentro tra l'American Canyon, Napa e Sonoma, a 10,8 chilometri di profondità, ed è stato avvertito anche a San Francisco. Dopo la prima scossa, che ha danneggiato diversi edifici e mandato in frantumi le vetrine del centro di Napa, ci sono state altre 20 scosse, tra cui una di magnitudo 3.6 e prevedibilmente ce ne saranno ancora altre, come riferito dal centro di geofisica Usgs.

Gli ospedali segnalano sei feriti gravi e 120 persone medicate per ferite di minore entità. I vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere diversi incendi in case mobili. Oltre 50mila abitazioni sono rimaste senza elettricità. Il governatore della California Jerry Brown ha dichiarato lo stato di emergenza nella zona meridionale di Napa. Il sisma è stato il più forte nella Bay Area californiana dal 1989, quando una scossa di 6,9 gradi della scala Richter colpì l'area di Loma Prieta, causando una sessantina di vittime.

In Cile il sisma, di magnitudo 6.4 della scala Richter, è stato registrato alle 18,32, ora locale (le 23.32 in Italia) e ha avuto il suo epicentro a 39 chilometri ad ovest di Quillota, circa 120 chilometri ad ovest si Santiago, nella regione di Valparaiso, ed è stato avvertito distintamente in tutto il paese.

Non sono state segnalate vittime né danni di rilievo. In Perù, la scossa, di magnitudo 6.5 della scala Richter, è stata registrata stanotte alle ore 1,20 italiane, ha avuto epicentro a una profondità di 60 chilometri nella regione di Ayacucho a circa 40 chilometri da Puquio, ha reso noto l'Istituto geofisico del Perù, la regione in cui è ricaduto l'epicentro è una zona montuosa praticamente disabitata, per cui non sono ancora note le conseguenze di questo sisma, al momento non risultano danni a cose o persone.