Guadalajara Messico. Ancora maltrattamenti nei confronti del migliore amico dell'uomo che finiscono sui social network. In questo caso su Facebook. Il video è stato postato il 18 settembre 2014 alle 4.21 ora locale dal padrone del cane rapito: Miguel Angel Flower's con la richiesta di aiuto al fine di trovare i sequestratori. Si legge nella didascalia del video: Fino ad una settimana fa credevo si aver perso il mio cane, ieri ho ricevuto il video del mio cane che è stato rapito. Aiutatemi a trovare i sequestratori, per favore. Nel video, che dura 21 secondi e si vede il cane appeso ad una corda per il collo che dondola mentre due individui lo prendono a bastonate.

Il sonoro è anche peggio: si sentono i guaiti disperati del cane. Il video in questione ha già avuto più di 18 mila condivisioni, finendo sui profili di tutte le nazionalità, con molti commenti dai contenuti offensivi diretti ai responsabili e con la richiesta di continuare la catena al fine di identificare i responsabili per denunciarli alle autorità giudiziarie. E' stato inoltre condiviso da molte associazioni animaliste messicane che avvertono riguardo la durezza delle immagini.

Un video molto forte come se ne vedono tanti sui social network: spesso gratuiti per attirare l'attenzione all'insegna della crudeltà nei confronti di altri esseri viventi, generalmente non considerati violenti da Facebook e quindi non censurati, altri di denuncia per trovare i responsabili, altri ancora relativi alle tradizioni culinarie, soprattutto orientali, dove la carne del cane è un piatto prelibato, soprattutto se l'animale viene scuoiato vivo.

Ma ciò che appare intollerabile resta la crudeltà, soprattutto gratuita, che non dovrebbe appartenere alla razza umana nei confronti di nessun essere vivente, e di quegli animali, come il cane, che la accompagnano fin dai tempi della preistoria. Il cane da millenni assiste l'uomo nelle sue attività ed è capace di sacrificare la sua stessa vita per lui. L'intolleranza nei confronti di questi gesti compiuti dall'uomo sta sempre più dilagando, anche a causa del fatto che un conto è vedere le immagini, un conto è il sentito dire.