Salvatore Parolisi è stato assolto perché il fatto non sussiste. Questa è la sentenza della sez. I del tribunale militare di Roma che ha liberato definitivamente l'ex Caporal maggiore dell'esercito dall'accusa di mancata consegna. Per mancanza di prove il processo si è dovuto svolgere sulla base di testimonianze "De relato", ossia testimonianze avvenute sulla base di voci di quartiere. Quindi, per legge, queste voci non possono essere prese in considerazione se non sono avvalorate da prove concrete. Il processo militare, oltre a far luce sulla morte di Melania avrebbe dovuto risolvere i dubbi sui rapporti tra i militari addestratori e le reclute soldatesse nella caserma Clementi di Ascoli Piceno. Si era arrivato a pensare, infatti, che l'omicidio di Melania fosse dovuto al fatto di aver scoperto dei segreti oscuri che riguardavano il marito, anche nell'ambito professionale e questo avrebbe portato Parolisi ad ucciderla. Fatto sta, comunque, che l'inchiesta sulla caserma di Ascoli Piceno era aperta già prima dell'omicidio di Melania Rea. L'omicidio di Melania, in ogni modo, è stato definito come un delitto passionale, commesso dal marito che aveva una relazione con un'altra donna. Ma, stupisce molto l'atteggiamento di Parolisi in aula, mentre attende la sentenza, appare molto sicuro di sé e porta ancora la fede al dito. Questo episodio ha portato ad una reazione da parte della famiglia di Melania, che indignata per l'accaduto invita Salvatore Parolisi a togliersi la fede dal dito ed a vergognarsi per quello che ha fatto. Secondo sempre la famiglia della povera ragazza l'anello nuziale è un simbolo d'amore che unisce due persone al momento del matrimonio e dinanzi a Dio, con la promessa di non commettere adulterio ed è un controsenso continuare a portare quell'anello dal momento che l'imputato ha tradito la moglie con un'altra donna. In ogni modo, ora si dovrà attendere il terzo grado di giudizio e sperare che la verità su questo terribile omicidio venga fuori il più presto possibile.