È stato comunque un successo la missione Rosetta, ma non possiamo dire ancora che sia terminata. Lo sfortunato rimbalzo della sonda Philae sul suolo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko al momento dell'atterraggio, ha purtroppo compromesso buona parte della missione. Infatti, come conseguenza del mancato agganciamento al suolo, il rimbalzo ha trasportato la sonda (che con la bassissima gravità di quel piccolo corpo celeste ha un peso di circa 10 grammi), in un luogo ombroso sotto un'alta roccia. Questo ha impedito ed impedisce ai raggi del Sole di colpire le celle solari che, benché siano state riallineate per essere meglio orientate in uno degli ultimi sforzi di non compromettere la missione, non ricevono energia a sufficienza per ricaricare le batterie e poterle utilizzare senza rovinarle. Questi accumulatori, finché hanno avuto un briciolo di energia, hanno fatto svolgere importanti esperimenti scientifici alle apparecchiature di bordo, poi, con un ultimo anelito elettronico, il sistema di controllo ha posto in stand-by il robot spaziale, che ora è in modalità ibernazione.
Nelle 56 ore a partire dalla prima "toccata" con la superficie della cometa, abbiamo vissuto momenti drammatici. Sappiamo che il sistema di atterraggio non ha funzionato bene a causa del fatto che non conoscevamo con esattezza che tipo di terreno avremmo trovato, e non ha ancorato il lander come avremmo sperato. La lotta contro il tempo ha obbligato il team di controllo a fare gli straordinari. Per fortuna l'analisi dei campioni di terra presi dal trapano Sd2 è stata eseguita, ma non sappiamo ancora il risultato, né tantomeno quanti granelli siano stati presi. Alla fine sono stati attivati sia lo strumento Cosac per studiare la composizione dei campioni cometari, sia lo spettrometro di massa e gas cromatografo Ptolemy, che entra in funzione anche se non ci sono campioni da analizzare, purtroppo. Sono comunque bellissime le immagini riprese dalla telecamera di bordo Rolis. L'ora di entrata nella modalità ibernazione è stata le 1:36 di sabato 15 novembre, ora italiana, quando Philae ha definitivamente smesso di funzionare, o meglio si è messa in stand-by, con l'unico scopo di mantenere calde le batterie per non farle rovinare, con la poca energia solare disponibile, in attesa che l'avvicinamento verso la nostra stella e la rotazione della cometa sul proprio asse, faccia tornare il giorno alle celle solari che attendono in silenzio di carpire i raggi luminosi. Fino a quel momento Philae dormirà durante la lunga notte della cometa.