Il presidente colombiano Juan Manuel Santos ha deciso la sospensione del negoziato tra il Governo di Bogotà e i guerriglieri marxisti-leninisti delle Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia - Ejército del pueblo (Farc-Ep): in corso all'Avana dal settembre 2012, i dialoghi di pace puntano a porre termine a una guerra civile che dal 1960 insanguina il Paese andino. L'annuncio del presidente è conseguenza del sequestro operato dalle Farc - e da molti definito anomalo - del generale Rubén Darío Alzate Mora. Il militare - alla guida di una task-force anti-guerriglia operativa nel sud-est della Colombia (Fuerza de tarea conjunta Titán) - è stato catturato pochi giorni fa disarmato e senza scorta, in area di guerra: una vera e propria «zona rossa».

Ad accompagnarlo una comitiva che molti definiscono come sospetta, formata da un capitano e un'avvocata.

Stop alle trattative in corso a Cuba, pace in pericolo

«Si sospendono queste trattative», ha declamato Santos, «sino a che la vicenda non sia chiarita e queste persone non siano state liberate». Sarà paralisi quindi per le due delegazioni che si fronteggiano da mesi: la governativa guidata da Humberto De la Calle Lombana, e quella guerrigliera (costituita da un terzetto e coordinata da Iván Márquez). Secondo un comunicato delle Farc, il militare si sarebbe consegnato ai guerriglieri, giacché un simile comportamento è altrimenti inconcepibile per un professionista pluridecorato, in servizio sul fronte da ben trentuno anni.

Tutto ciò, si lascia intendere, non sarebbe altro che un maldestro tentativo di boicottare i negoziati di pace, in corso nella Capitale cubana. Un'idea che non sembra esclusa dallo stesso presidente Santos, che ha dichiarato come l'alto ufficiale «abbia violato tutti protocolli di sicurezza, entrando senza uniforme in una zona rossa».

Il generale inoltre, parola del ministro della Difesa Juan Carlos Pinzón, avrebbe trascurato anche l'allerta più importante: quella del soldato al timone dell'imbarcazione, che trasportava la singolare comitiva. Lo stesso Pinzón, a confermare l'anomalia degli eventi, ha specificato che non si conoscono le «ragioni personali o d'intelligence» per cui non si sono rispettati i protocolli.

Il leader cafetero ha quindi rilevato la necessità di chiarire ogni circostanza, mentre anche presso l'opinione pubblica avanza l'idea che il militare abbia in qualche modo preordinato la propria cattura.

E' colpa dell'ultradestra di Uribe?

I militanti delle formazioni più a sinistra non hanno invece alcun dubbio: ci troveremmo di fronte a una macchinazione dei "falchi" della destra, guidati dall'ex presidente Álvaro Uribe Vélez. Questi ultimi sono, infatti, convinti di avere a che fare con terroristi da annientare sul piano militare, anziché con guerriglieri disposti ad abbandonare le armi, per tornare alla vita civile. Santos ha delegato la soluzione del caso al titolare della Difesa, Pinzón, mentre il Governo ha chiesto aiuto, per favorire un'eventuale liberazione, anche alla Croce rossa internazionale (Cri).

E intanto l'economia colombiana è in crescita

Mentre la crisi politica e le difficoltà economiche del vicino Venezuela non accennano a placarsi, la Colombia continua a veder crescere il prodotto interno lordo (PIL) con ritmi da tigri asiatiche: per quest'anno si stima una crescita del cinque per cento. Tuttavia nessun balzo può essere definitivo e sostenibile senza il raggiungimento della pace, e quindi il buon esito dei negoziati in corso a Cuba.