Dopo l'approfondimento della trasmissione "Quarto Grado" dedicata interamente al caso Elena Ceste si può fare un nuovo punto della situazione sulle indagini degli inquirenti in base alle ultime news che sono circolate fino ad oggi, sabato 1 novembre 2014. La donna astigiana era scomparsa dalla propria abitazione lo scorso 24 gennaio e, dopo mesi di ricerche, è stata da poco ritrovata vicino ad un canale di scolo a 2 km dal proprio domicilio. Le indagini sono state subito indirizzate verso un solo sospetto: Michele Buoniconti, marito di Elena Ceste attorno la cui figura ruotano alcune contraddizioni e particolari "casualità" che lo pongono come primo della lista dei sospettati.

Dopo la ricostruzione dell'intera dinamica della morte è infatti stata scartata anche l'ipotesi suicidio e le forze dell'ordine sono alla ricerca di nuove tracce che possano chiarire il mistero. Nelle prossime ore saranno effettuati dei nuovi sopralluoghi nell'abitazione di Elena Ceste con il principale obiettivo di scoprire l'eventuale mancanza di un telo di plastica ritrovato vicino alla vittima ed usato probabilmente per il trasporto del corpo.

News Elena Ceste oggi, 1 novembre: nuovi misteri legati ad un Sms inviato il giorno della scomparsa.

Nelle ultime ore le indagini sul caso Elena Ceste si sono soffermate in particolar modo su un fatto molto importante ed apparentemente legato al caso: il 24 gennaio 2014, giorno della scomparsa della casalinga, sono stati inviati alcuni messaggi al medico di famiglia della stessa Elena in cui un "misterioso mittente" sottolineava di aver visto la donna essere stata trascinata con forza nella chiesa cittadina da un uomo non riconosciuto.

Analizzando i dati associati al messaggio le forze dell'ordine hanno però notato una curiosa coincidenza: il paese da cui è stato spedito è quello di Sangri (Campania) ovvero il paese natale di Michele Buoniconti. Cosa si nasconde dietro questa incredibile coincidenza? Solo lo sviluppo delle indagini potrà svelare cosa si cela dietro l'ennesimo mistero legato al caso Elena Ceste.