La sentenza della corte d'Assise d'Appello a carico di Alberto Stasi è stata pesante: 16 anni sono stati inflitti per la morte della fidanzata Chiara Poggi: un caso meglio noto come "delitto di Garlasco". Forse ricorderete che in primo grado Stasi fu assolto. Ora Stasi ricorrerà in Cassazione. Di fatto le indagini hanno riesaminato la scena criminis con nuove valutazioni che stavolta hanno convinto i magistrati chiamati a trovare una soluzione al caso.



Un perito ha dimostrato materialmente che per Alberto non era possibile macchiare le scarpe di sangue come invece sembrerebbe dalle scarpe che il giovane sostenne di indossare quel drammatico giorno.

Importanti in sede processuale sono risultate anche le indagini espletate sui tappetini dell'auto che Stasi dice di avere utilizzato subito dopo aver camminato sulla scena del delitto e che invece stranamente non presentano tracce ematiche. Com'è possibile? Evidentemente Stasi si era nel frattempo cambiato le scarpe.



Per farla breve la tesi è che Alberto Stasi ha commesso il femminicidio di mattina facendo cadere Chiara dalle scale per poi simulare un ritrovamento del corpo che sarebbe avvenuto in un momento successivo. Una vicenda, quella del delitto di Garlasco, che colpì profondamente l'opinione pubblica dato che si trattava di due ragazzi dalla faccia pulita, apparentemente tranquilli e studenti modello.

Purtroppo quello di Chiara Poggi è solo uno dei tanti casi di femminicidio che hanno caratterizzato la cronaca nera negli ultimi anni.

Chiara Poggi è stata uccisa il 13 agosto del 2007. Aveva compiuto 26 anni. La sera precedente la ragazza aveva cenato in compagnia del fidanzato. In quei giorni i genitori di Chiara erano assenti perché in ferie e si trovavano in montagna.

Il giorno successivo fu lo stesso Stasi a recarsi dai carabinieri sostenendo che era andato a trovare la fidanzata scoprendola morta. Il giovane sostenne si essere andato da lei alle 14:00 circa. Da quel giorno si è aperto il giallo che sembra oggi risolversi con la penale responsabilità del giovane. Vedremo ora quali saranno le prossime mosse dei suoi legali.