Negli ultimi giorni, sempre a proposito della morte di Elena Ceste, si è discusso in merito ad un possibile colpo di scena, ovvero l'ingresso quasi metafisico di un'altra persona all'interno del giallo senza fine di Costigliole d'Asti. Grazie anche ai numerosi approfondimenti portati negli studi dei più autorevoli programmi nazionali che si occupano di cronaca nera, tra cui - non ce ne vogliano i malpensanti - anche Pomeriggio 5 di Barbara d'Urso, si è arrivati ad ipotizzare che Elena si sentisse con altri uomini in diverse chat online e che avesse ricevuto messaggi su Facebook, gli stessi che Michele avrebbe avuto modo di leggere avendo l'accesso al suo profilo conoscendo le credenziali (nome utente e password) della moglie.

Fin da subito il Buoninconti aveva posto l'indice contro un uomo ben preciso, descrivendo minuziosamente la macchina, l'ormai famosa golf grigia, che quella mattina del 24 gennaio avrebbe raggiunto la casa di Elena e Michele mentre quest'ultimo stava portando i figli a scuola. In realtà gli inquirenti hanno potuto escludere qualsiasi coinvolgimento da parte del conducente della golf grigia, fatto questo che ha portato l'opinione pubblica e gli addetti ai lavori a puntare ancora più il dito contro Michele Buoninconti. 

Tornando a quanto detto in apertura di questo articolo, alcuni siti web hanno riportato la notizia secondo cui Elena Ceste sarebbe stata uccisa da uno sconosciuto basandosi sul dna ritrovato nel telo verde posto accanto al cadavere di Elena.

Quanto potrebbe essere veritiera tale ipotesi? Meno di zero, per una spiegazione molto semplice: le analisi fatte sul telo verde, che si pensava fosse appartenuto alla serra di Michele, non hanno rinvenuto il dna della Ceste, ergo quel telo verde non ha alcun legame con l'omicidio della donna di Costigliole d'Asti. Non è poi così difficile capirlo, basta fare due più due. 

Le voci che fin qui hanno dato credito ad un coinvolgimento di una persona tra virgolette sconosciuta nel caso rientrano in quel filone definito "depistaggio".

Già in passato qualcuno aveva cercato di spostare l'attenzione degli inquirenti su precise persone, tra cui lo stesso don Roberto, il parroco di Costigliole, accusato dal rivelatore - come venne definito colui il quale inviò degli inquietanti messaggi al medico di famiglia di Elena Ceste - di aver trascinato la moglie di Michele in chiesa poco dopo le 8.30 della mattina del 24 gennaio, immagine che anche se volessimo dare fondo a tutta la nostra fantasia non riusciremmo a ricreare nella nostra mente.